Cronaca
L'incoerenza di Matteo Renzi
ROMA, 26 FEBBRAIO 2014 - Il governo di Matteo Renzi sembra nascere sotto la stella democristiana, almeno nel metodo con il quale si è svolto l'avvicendamento a Palazzo Chigi, lo stesso astro che aveva incoronato Enrico Letta. L'intervento del capogruppo 5 Stelle alla Camera, Federico D'Inca, ha messo in risalto tutta l'incoerenza che ha preceduto l'incarico al segretario del Partito Democratico: una cronologia di affermazioni, quelle di Renzi, che in un paio di mesi è passato dallo #staisereno Letta alla rottamazione coattiva.[MORE]
Un modus operandi che tanto ricorda le vecchie logiche di potere nella Dc: trame di palazzo, presidenti del Consiglio che ottengono l'incarico dopo una riunione di partito, faccia tosta e sguardo di sufficienza allorquando sia evidenziata una grave carenza di armonia tra le sue parole e i successivi fatti. Tutti comportamenti che non stupiscono più di tanto, perché figli della prima Repubblica.
Matteo Renzi sembra essere più un parolaio che uomo di parola, almeno da queste prime fasi che hanno caratterizzato il suo inizio mandato; se il buongiorno si vede dal mattino allora povera Italia. Tuttavia non bisogna drammatizzare, probabilmente l'ex sindaco di Firenze rappresenta l'ultima fase del Sistema, che continua a contorcersi come un'anguilla ferita a morte da una fiocina auto-inflitta. Si tratta di semplici riflessi incondizionati dettati dall'istinto di sopravvivenza insito nella Casta.
Fabrizio Vinci vinci@usa.com