Eventi

L'Europa che funziona: i 30 anni del programma Erasmus

ROMA, 21 FEBBRAIO 2017 - Nell’intricato groviglio di difficoltà che l’Europa si trova ad affrontare, nel 2017 cade una felice ricorrenza: il trentennale del programma Erasmus.
Il nome del progetto trae ispirazione da Erasmo da Rotterdam, umanista del XV secolo noto per i suoi viaggi, ma rappresenta anche l’acronimo di European Region Action Scheme for the Mobility of University Student. [MORE]

Si tratta, infatti, di un programma dell’Unione Europea nato nel 1987 con lo scopo di offrire agli studenti dei paesi aderenti l’opportunità di svolgere un periodo di studio di durata compresa fra i 3 e 12 mesi presso l’università di un paese membro dell’Unione (ma con eccezioni quali Islanda e Turchia).
Da quel momento, oltre 9 milioni di persone hanno potuto svolgere un’esperienza di mobilità tramite il programma, che offre ai suoi partecipanti un supporto economico quantificato in base a criteri quali il costo della vita nel paese prescelto e la durata della mobilità.

Nonostante sia noto principalmente per i periodi di scambio universitario, l’Erasmus offre in realtà opportunità anche nell’ambito di tirocini, volontariato, corsi di formazione e scambi culturali.
Proprio per dare l’idea del suo ampio respiro, nel 2014 il progetto ha inglobato altri precedenti programmi ed è stato rinominato Erasmus+.

L’Italia può vantare di essere stata fra i primi paesi ad aderire al progetto, proprio nell’anno della sua nascita. Secondo i dati Eurostat relativi all’anno accademico 2012-2013, la meta prediletta dagli studenti italiani è la Spagna; gli iberici hanno corrisposto il gradimento, con più di 7mila studenti spagnoli spostatisi in Italia durante il medesimo periodo.
In generale, l’Italia si è collocata al quinto posto per numero di studenti ospitati, registrando quasi 20mila presenze.

Ulteriori dati interessanti riguardano l’impatto positivo che l’esperienza Erasmus sembra avere a livello di opportunità lavorative ma anche sentimentali.
Uno studio della Commissione Europea del 2014 ha infatti rivelato che gli studenti che trascorrono un periodo all’estero mostrano un tasso di disoccupazione del 23%, ovvero circa la metà di coloro che si sono formati esclusivamente nel proprio paese.
Il 33% degli ex studenti Erasmus, inoltre, ha una relazione stabile con un partner di diversa nazionalità e dal 1987 è stata stimata la nascita di un milione di “bambini Erasmus”, figli di coppie formatesi durante un’esperienza all’estero.

Il 27 gennaio 2017 le istituzioni dell’Unione hanno dato il via ufficiale alle celebrazioni per il trentennale, con un evento presso la sede di Bruxelles del Parlamento Europeo; ulteriori manifestazioni si svolgeranno in tutta Europa nel corso dell’anno. Nel nostro paese, sarà Roma ad ospitare il primo evento: il 24 febbraio si terranno Gli Stati Generali della Generazione Erasmus, nell’ambito dei quali alcuni fra coloro che hanno già affrontato un’esperienza di mobilità troveranno un’occasione di confronto sulle tematiche che più da vicino toccano i membri più giovani dell’Unione.

I considerevoli numeri del programma e le dichiarazioni di molti addetti ai lavori durante l’inizio delle celebrazioni (“[…] Il mio desiderio è che la generazione Erasmus contribuisca a rendere più forte l’Europa”, ha affermato il Commissario europeo Navracsics), sottolineano come l’Erasmus rappresenti un’isola felice ed un terreno fertile per la rifioritura del sogno europeo, in un momento storico nel quale la coesione fra i paesi europei sembra ai minimi storici e le sfide da fronteggiare appaiono spesso insormontabili.

Erasmus+

Erasmus+ anniversary

foto: eacea.ec.europa

Marta Pietrosanti