Fantasticherie del cuore
L'ecologia del vero cambiamento!
Papa Francesco nella sua stupenda enciclica sulla cura della casa comune, Laudato si’, traccia in modo mirabile la connessione tra cielo e terra. Ci fa capire come il peccato sporchi la natura nella sua profondità più intima, sconvolgendo il concetto di progresso e di trasformazione dei costumi sociali, politici, economici, culturali del pianeta terra. L’uomo non può cambiare il mondo e dare quella svolta reale, attesa dal buon senso umano, fino a quando non si renderà conto della sua vera capacità di sconvolgere nel bene ogni cosa. Una forza divina questa che viene esclusa, purtroppo, costantemente. Lo si fa perché non si crede in Dio, rallentando l’energia celeste che appartiene ad ognuno e truccando di seguito il credo in sé stessi.[MORE]
Si può mai confidare nelle proprie forze, se tarda ad emergere un punto di riferimento “alto”? Se quest’ultimo viene poi filtrato solo dalle sicurezze induttive dell’uomo, oggi del tutto sconnesse con il valore ontologico del creato? Quando parliamo di ecologia dovremmo estendere il significato di questo termine alla vita, in tutta la sua struttura complessa e variegata. Non si può non parlare di ecologia della famiglia, della politica, della finanza, dello sport, della scuola, dell’amicizia, della mente, dell’amore, ecc. Praticarla significa partecipare attivamente e senza inganni al superamento delle “barriere architettoniche”, disseminate dall’uomo in ogni spazio vitale per contenere la libertà.
Dio ha consegnato all’umanità una terra pulita, fresca, senza rovi e senza disastri ambientali, sociali, istituzionali.
Così scrive il profeta: “Io vi ho condotti in una terra che è un giardino, perché ne mangiaste i frutti e i prodotti, ma voi, appena entrati, avete contaminato la mia terra e avete reso una vergogna la mia eredità” (Geremia 2.7). Leggere oggi queste parole solo dal punto di vista ambientale, da considerare comunque una sana conquista, non rende davvero giustizia al senso primario della creazione. La venuta di Cristo sposta infatti il punto di osservazione dall’aspetto naturale ad ogni manifestazione dell’uomo, in cui il suo peccato si trovi a macchiare il quotidiano.
Veramente si può pensare che senza tornare a Cristo si possa determinare un concreto risanamento personale e collettivo dalle guerre fratricide in atto? Dalle violenze durevoli sui profughi? Dalla corruzione dilagante? Dall’egoismo privato e pubblico? Dalle leggi sui diritti che modificano l’armonia universale? Dalla proclamazione di un Dio violento o “fai da te”?
Se ci guardiamo intorno non diventa difficile constatare, senza alcuna esagerazione, che nonostante il progresso materiale la famiglia incominci ad essere cancellata; la natura devastata; le relazioni umane restino soggiogate alla prepotenza e all’arroganza degli uni contro gli altri. L’uomo si è dichiarato in pompa magna verità universale per ogni altro uomo. L’ecologia umana così annaspa, agonizza, muore pian piano, perché si è sprovvisti di un’altra necessaria ecologia: quella eterna, soprannaturale, divina, da cui dipende ogni altra ecologia terrena. È dannoso continuare a rifiutare Cristo, venuto nel mondo perché portasse l’umanità nella natura perfetta del Padre. La vera ecologia del cambiamento passa ineluttabilmente da Cristo.
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