Cronaca

L'autopsia su Giulio Regeni: morto per frattura alla vertebra cervicale

ROMA, 7 FEBBRAIO 2016 – È stata eseguita nelle scorse ore, presso l’Istituto di Medicina legale La Sapienza, l’autopsia del corpo di Giulio Regeni, il giovane ricercatore friulano ucciso a Il Cairo.

Secondo i risultati emersi, il giovane sarebbe morto a causa di un colpo in testa. La violenza dell’urto avrebbe provocato la frattura della vertebra cerebrale con conseguente rottura del midollo spinale che ha portato a una crisi respiratoria e, infine, alla morte. Secondo i medici legali, la rottura della colonna cervicale si sarebbe verificata in seguito a una torsione innaturale del collo, probabilmente ad opera di qualcuno che era di fronte a Giulio.

La sua morte si sarebbe verificata tra i tre e i cinque giorni dopo la scomparsa, ma per avere un degli indizi più precisi bisognerà attendere l’analisi del potassio dei tessuti. Si è trattato, comunque, di un’autopsia piuttosto difficile proprio a causa delle condizioni in cui è stato restituito il corpo.

Non sono stati riscontrati, invece, segni di abusi sessuali. Numerose le fratture e le abrasioni, segni di un violento pestaggio. Ogni ferita sul corpo di Giulio Regeni sarà oggetto di ulteriori analisi nei prossimi giorni. Nel frattempo, tuttavia, la salma sarà prelevata dall’Istituto di Medicina legale di Roma e trasportata in Friuli. Il funerale si svolgerà il prossimo martedì. [MORE]

Per quanto riguarda le investigazioni in corso, sembrerebbe che la procura di Giza, incaricata di compiere le indagini preliminari sulla morte del ragazzo, non abbia ricevuto l’ordine di coordinarsi con il gruppo di inquirenti che dall’Italia sono stati inviati in Egitto.

Ancora poco chiara la vicenda relativa alla presunta festa alla quale Giulio avrebbe dovuto partecipare. In una prima fase si era ipotizzato che il ricercatore non fosse mai arrivato all’evento e che fosse stato rapito proprio durante il tragitto.

Nelle scorse ore, tuttavia, il quotidiano filo-governativo egiziano Al Ahram ha scritto che: “Le indagini degli uomini della Sicurezza" hanno analizzato "gli ultimi momenti prima della scomparsa della vittima ed si è constatato che egli era in una festa in compagnia di un certo numero di suoi amici e dopo è scomparso il 25 gennaio”.

Questa versione, però, non sembra concordare con l’analisi di alcuni messaggi scritti su Twitter quella stessa notte da un’amica di Giulio, preoccupata della mancata partecipazione del ragazzo: “Un amico straniero avrebbe dovuto incontrare delle persone a Tahrir, Bab Al Louq, ed è scomparso ormai da cinque ore. Qualcuno ha sentito qualcosa? Vi prego, trovatelo, è il mio migliore amico”, si legge sul social network.
 

L'intera vicenda costituisce "un banco di prova per l'Egitto, per non far venire meno la fiducia", ha detto l'Ambasciatore italiano al Cairo Maurizio Massari in collegamento con la trasmissione In Mezz'Ora di Lucia Annunciata, su Raitre in relazione all'ambiguità delle notizie che arrivano dalla capitale egiziana: "Questo caso è seguito dall'opinione pubblica di tutto il mondo".

"Un'indagine trasparente e chiara è un'opportunità per l'Egitto stesso di consolidare la propria credibilità come sistema Paese. E' nel suo stesso interesse non incrinare questa credibilità".

(foto:ilpost.it)

Sara Svolacchia