Fantasticherie del cuore
L'attualità della Parola
Fa bene ritagliarsi dieci minuti, anche sotto l’ombrellone, per riflettere su alcune grandi questioni necessari alla vita di tutti i giorni. Un cristiano vero, anche in questo tempo abbracciato al consumismo frenetico, ha la responsabilità quotidiana di annunciare e far vedere la grazia del Signore, pronta a posarsi sul cammino di chiunque si apra al cielo. Lo deve fare dalla sua postazione lavorativa, professionale, politica, imprenditoriale, familiare, ecc. La mancata fede che arrugginisce giorno dopo giorno gli ingranaggi vitali del mondo, non è altro che la mancata volontà del credente di farsi parte attiva del vangelo con opere, pensieri e testimonianze, per rinnovare e qualificare l’umanità. Ognuno per la sua parte. Se l’altro non vede Cristo dalla storia personale del cristiano è tenuto ad amplificare la sua visione anti Cristo, che lo ha accompagnato nella sua concezione delle cose. [MORE]
Se Cristo tace attraverso lo scorrere di ogni azione del fedele, si alza di riflesso la voce di ciò che è opposto alla salvezza eterna. Uno scambio che amplifica il male sulla terra, pur se ovattato dalle infinite musicalità terrene che attraggono, ma che nel tempo irrimediabilmente tradiscono. Il cristiano deve reagire in un tempo dove lo schiamazzo della bugia attrae l’uomo più della tenerezza della verità. Chi segue Cristo deve poter mostrare Cristo e come insegna il vangelo non può e non deve farsi omologare e risucchiare dal sistema di turno; né comunque essere rapito da sentimenti e faccende personali e familiari che, pur muniti da una titolarità comunitaria, restringono l’orizzonte della propria missione cristiana, rallentando la storia e la sua redenzione.
Leggo tra gli appunti del mio parroco: “Il discepolo di Gesù è mandato nel mondo a manifestare che Cristo è il Differente da qualsiasi altro uomo. Come potrà riuscire nella sua missione? Imitando il suo Maestro. Facendo parlare la storia. La sua storia dovrà essere differente da qualsiasi altra storia”. Anche Gesù fu differente da ogni altro profeta o uomo illuminato scelti da Dio per tracciare la strada che avrebbe spianata la via al Figlio dell’Uomo per costruire il nuovo che riscrive la Storia. Mosè fu grande e riuscì a liberare il suo popolo, ma ogni suo segno era solo frutto dell’obbedienza a Dio. Se diminuiva la sua fede, lo stesso perdeva ogni capacità d’ordine ad un qualsiasi elemento della creazione.
Così i miracoli nel vecchio testamento di Eliseo ed Elia. Manca ancora la capacità di liberare chi è impossessato da spiriti immondi. Solo l’Angelo Gabriele potrà intervenire su Sara per allontanare il maligno che l’abitava. Leggo in proposito: “La storia ci attesta che Gesù è infinitamente oltre Mosè, oltre i profeti, oltre lo stesso Arcangelo Raffaele. Lui è infinitamente oltre. La gente vede e fa la differenza. Osserva e si chiede. Constata e si interroga. Essa nota che in Gesù vi è un’autorità diversa da quella esercitata da ogni altro uomo. Con Cristo la storia parla”. Oggi è il cristiano che deve far risaltare con la sua storia l’attualità della Parola e della vita di Cristo. È da fermare il concerto stonato di un mondo che ha rimaneggiato a suo piacere le melodie del cielo.
Egidio Chiarella
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