Cronaca

L'Arcivescovo metropolita Bertolone scrive per la prima volta agli insegnanti di religione

CATANZARO, 14 SETTEMBRE 2011 - «La presenza numerosa di alunni di altre nazioni e appartenenze etniche, culturali e religiose, è spunto per un’autentica testimonianza e documentazione della tradizione cristiana e di quelle verità e valori che le sono propri e che non contraddicono le esigenze della ragione umana, ma possono anzi illuminarsi attraverso un approccio critico alle diverse forme del pensiero e presenze religiose nel territorio». Ad affermarlo è l’Arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, Monsignor Vincenzo Bertolone, in un messaggio di saluto rivolto agli insegnanti di religione, in vista della ripresa delle attività didattiche. [MORE]
«Conosco - così scrive Monsignor Bertolone - la generosità e la fatica del vostro impegno quotidiano nella presentazione della religione cattolica: la scuola, luogo di dialogo e d’incontro tra diverse generazioni e tra studenti anche di differente provenienza e cultura, è come un grande laboratorio ove voi contribuite a realizzare un profilo alto del confronto tra patrimoni culturali, artistici, scientifici e tecnologici di ieri e di oggi» .L’Arcivescovo ribadisce che la scuola «deve aiutare l’opera educativa della famiglia, garantendo ai giovani non solo una formazione mentale critica, ma anche la possibilità di sperimentare una comunicazione interpersonale forte e coinvolgente».

«Si tratta - afferma il Presule - di un compito esaltante che la Chiesa vi affida, talora accompagnato da molte belle soddisfazioni, ma certo intriso di tante difficoltà quotidiane, su tutte il disorientamento religioso e il progressivo affievolirsi della coscienza credente. È innegabile che essi costituiscano una sfida e un appello particolari per la Chiesa e per la pastorale scolastica; una sfida che deve essere raccolta anche dagli insegnanti di religione cattolica, che oggi più che mai devono avvertire con consapevolezza la grandezza del loro ruolo nella scuola che cambia».

In un’epoca in cui la scuola ha perso e continua a perdere la caratteristica dell’esperienza comunitaria, Monsignor Bertolone invita gli insegnanti di religione ad «abbandonare i soliti percorsi semplicemente catechistici, o le mere conversazioni in classe sulle questioni di attualità, che sovente avviliscono le aspettative degli studenti», per aprirsi ad un lavoro interdisciplinare di comunione con i colleghi delle altre discipline.  Per l’Arcivescovo Bertolone solo con una docenza qualificata e onesta, l’insegnante di religione aiuterà il giovane a scrutare i segni dei tempi e ad interpretarli attingendo alla luce del Vangelo e del Magistero della Chiesa, proponendo una carità culturale capace di educare all’amore l’intera persona, dal pensiero alla prassi.