L'anoressia delle ballerine della Scala
Cronaca Lombardia

L'anoressia delle ballerine della Scala

lunedì 5 dicembre, 2011

MILANO, 5 DICEMBRE 2011 - Le ballereine della Scala di Milano sono sempre state considerate quasi come delle fate, per la grazia e l'eleganza che esprimono sul palcoscenico. Ma in realtà sono donne che sono educate fin da piccole a diventare praticamente perfette. Questo quanto Mariafrancesca Garritano, 33 anni, ballerina della scala, racconta nel suo libro, La verità, vi prego, sulla danza, pubblicato nel 2010 da Edizioni Italia Press ma che ancora oggi crea scalpore all'inizio della stagione del balletto che inaugurerà la Scala con il Don Giovanni di Mozart.[MORE]

Mariafrancesca Garritano è entrata alla Scala quando aveva 16 anni. Ha studiato danza classica da bambina, nel 1994 ha vinto l’ambitissimo premio «Scarpetta d’Oro» di Montecarlo. Oggi ne ha 33 e da un po’ di tempo ha deciso di denunciare il mondo dietro al palco. Un mondo fatto di fatica e dolore, lacrime, rimproveri. Si dà tutto per la perfezione, per essere meglio delle altre: è il sacrificio della danza. Al Teatro alla Scala di Milano entrano solo le migliori, che hanno movimenti perfetti, eleganza e sopratutto fisico asciutto. Può esserci il talento, ma senza il fisico non si va da nessuna parte. Senza il peso forma non si arriva mai davvero. E questo lo si ottiene mangiando solo una mela al giorno: è lo spettro dell'anoressia, e della bulimia, che aleggia sopra a tutte le ragazze.

Per eccellere tutto viene sacrificato, racconta Mariafrancesca «Sette ballerine su 10, dice, non hanno più le mestruazioni per via delle diete punitive alle quali si sottopongono, non riescono poi ad avere figli. Andavo avanti con una mela e uno yogurt al giorno, affidandomi all’adrenalina per arrivare alla fine delle prove», racconta Mariafrancesca, in arte Marygarret «Ma non solo, alcune ballerine venivano portate in ospedale per essere alimentate con i tubi». «Un caffè, due fette biscottate per colazione, per pranzo uno yogurt magro e una mela o una banana per cena. E sono fiera di me». «Nessuno immagina che dietro possano esserci storie di corruzione, di minacce e di compromessi, per mantenere il proprio posto sul palco. Una ballerina vive sulla scena. Una ballerina infatti, si nutre di visibilità».

Dietro a corpi eterei ci sono invidie, frustrazioni, rivalità. Lei ammette di aver paura: «La possibilità di essere licenziata mi è passata per la testa, ma amo la Scala, ed è per questo che spero che le cose possano cambiare». E lo scenario è desolante. Dietro ai sorrisi, alle Palliettes e alle coroncine luccicanti spesso si nasconde un mondo spietato, fatto di sofferenze atroci. Psicologiche e fisiche, dove vince chi mangia meno e resiste più a lungo. E le conseguenze sono drammatiche. Mariafrancesca, si legge nel suo libro, si è rassegnata a convivere con questo disagio alimentare, a mangiare il giusto per ottenere il miglior rendimento possibile dal suo fisico. La sua carriera è piena di successi, di premi internazionali ricevuti e di tanti ruoli da protagonista interpretati nel corso degli anni. Ma qui alla Scala è ancora in attesa di una nomina mai arrivata. Il teatro intanto ha scelto la strada del silenzio.

Caterina Gatti


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