Fantasticherie del cuore

L'ammanco che sovverte la certezza delle cose!

Non è una esagerazione osservare che l’equilibrio naturale e quello celeste hanno bisogno del rispetto più alto da parte dell’uomo per non farlo scadere nel buio delle ipocrisie. È un errore rompere la verità proveniente da Dio, da sempre riflessa su ogni cosa terrena, per costruire nuovi comportamenti sociali e civili, norme delicate e ingannevoli, poteri politici ed economici. Oggi più volte si vive di “ammanchi” istituzionali, amministrativi, lavorativi, religiosi che sovvertono la certezza delle cose. Si toglie qualcosa a ciò che è cardine di un sistema per alleggerire le regole e bleffare sui valori basilari, offrendoli alla negoziazione quali merce di scambio. Il baro di turno prende così forma e centralità, capovolgendo gli indirizzi etici che hanno sostenuto la storia nelle sue cadute più tragiche. Il passo per confondere il desiderio con il diritto è già dietro l’angolo. [MORE]

Da credenti e da cristiani spesso ci moviamo in questa direzione, rimanendo indisponibili a considerare i nostri “ammanchi”. In molti si è infatti convinti che cambiare le cose significhi adattarle al mutamento epocale, snaturandone anche l’essenza di base pur di assecondare le tendenze attuali. “La casa della vita” diventa in tal modo sempre più innovativa e perfetta nel suo apparire, mentre le sue fondamenta vengono ogni giorno private dal materiale necessario a renderle stabili e sicure nel tempo. La gente ormai rapita dal sogno di un futuro scintillante per tutti si lascia catturare dal canto delle sirene quotidiane, mettendo da parte ogni legame con il divino. Si rompe giorno dopo giorno quel patto d’intimità spirituale che ogni uomo sottoscrive nel battesimo con il Creatore. Illuminante il messaggio della seguente nota teologica e sapienziale:

“Quando un cristiano toglie al Vangelo anche una sola Parola, tutta la sua vita viene trasformata da questo ammanco. Essa viene privata di tutto lo splendore che scaturisce dalla Parola osservata nella sua pienezza e totalità di luce, verità, conoscenza nello Spirito Santo. Se poi il Vangelo viene privato delle verità che sono la sua essenza, anche la vita dell’uomo viene privata di moralità essenziali. La verità negata al Vangelo diviene verità negata alla propria moralità. Si diviene cristiani moralmente scandenti, se non scaduti da cristiani. Ognuno può scoprire il grado della sua moralità. Basta prendere alcune verità di fondo del Vangelo, chiedendosi quale posto occupino nella propria fede”. Eppure l’uomo non capisce che il discorso della montagna di Gesù, come tutto il suo magistero universale, sono il sostegno di ognuno per non cadere nel baratro dell’immoralità.

La cosa più controversa sta nella abitudine generale di vivere spesso soltanto l’aspetto esteriore della tradizione cristiana. Confessione, eucaristia, santa messa, impegni liturgici di diversa natura non producono frutto, ma registrano in più occasioni solo presenze fisiche. La profezia, la grazia e la misericordia si svuotano dalla loro profonda verità e appaiono a molti come riferimenti a tempo determinato, sollecitati dalla congiuntura personale e sociale. Non è il pensiero cristiano che deve dipendere dall’uomo, ma è questo ultimo il titolato a interpretarlo senza mai essere tentato nel costruire una religione personale e non difficile. Leggo in proposito: “Tutti i costruttori della religione facile non amano l’uomo. La falsa profezia non è amore. Neanche è misericordia ogni travisamento del Vangelo. Non è carità cancellare Cristo Gesù dalla storia della vera salvezza”.

Egidio Chiarella

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