Usa, Donald Trump conquista la Casa Bianca: "Torniamo a essere uniti"
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NEW YORK, 09 NOVEMBRE - Il tycoon newyorkese Donald Trump è il quarantacinquesimo presidente degli Stati Uniti. Il candidato repubblicano ha sconfitto la democratica Hillary Clinton.[MORE]
Dopo la vittoria in Pennsylvania, Alaska e Wisconsin, Trump ha superato la soglia dei duecentosettanta grandi elettori necessari per conquistare la Casa Bianca. Nel 2012 in Pennsylvania aveva vinto Barack Obama. La Clinton telefona Trump per concedergli la vittoria. A scrutinio concluso, il candidato repubblicano ha ottenuto 2.880.534 voti, circa il 48,9 per cento. Staccata Hillary Clinton, ferma a 2.802.994 preferenze, circa il 47,6 per cento.
Una vittoria epocale, un successo derivante soprattutto dai voti che il tycoon ha ricevuto da tutti gli Stati in bilico. "Io non sono un politico. I politici parlano ma non agiscono. Io sono il contrario" affermò agli esordi della corsa presidenziale. Si è fatto da sé come imprenditore, tanto ricco quanto discusso, e allo stesso modo si è conquistato da solo la presidenza degli Stati Uniti, senza l’establishment del Partito Repubblicano e con l’endorsement della stampa americana e internazionale e del presidente uscente Barack Obama a favore della Clinton per l’intera durata della campagna elettorale.
Gli americani voltano le spalle all’esperienza democratica, e con questo voto segnano una svolta radicale. Anche i sondaggisti rimangono spiazzati: le previsioni lo hanno visto sempre indietro, registrando una leggera rimonta solo nelle ultime settimane. Davanti ad un simile scenario è inevitabile domandarsi se sondaggi e stampa siano ancora in grado, negli Usa come altrove, di riflettere il pensiero popolare, il malcontento e la voglia di cambiamento.
Hillary Clinton non parlerà ai suoi sostenitori: "Andate a casa, non avremo niente da dire stasera" ha detto John Podesta, il manager della sua campagna. Il trionfo di Trump è una dura sconfitta per l’ex first lady, che si è rivelata un candidato forte e determinato rispetto al sesso femminile convenzionalmente identificato come non vincente, ma al contempo debole in quanto incarnazione del vecchio e dell’avvenuto fallimento dell’esperienza politica di Barack Obama nata sotto il segno del “change”.
Un cambiamento auspicato, ma che molti americani non hanno avvertito. "Per repubblicani e democratici è arrivato il tempo dell'unione. Dobbiamo collaborare, lavorare insieme e riunire la nostra grande nazione. Ho appena ricevuto le congratulazioni di Hillary Clinton e io mi congratulo con lei. La nostra non è stata una campagna elettorale, ma un grande movimento", ha detto Trump nel suo primo discorso dopo i risultati.
E’ salito sul palco visibilmente emozionato, con la famiglia al completo, Melania, la nuova first lady vestita di bianco, e tutti i figli. "Prometto che sarò il presidente di tutti gli americani", ha tenuto a precisare quel Donald Trump estremista le cui posizioni sono state appoggiate da un Paese lacerato e in una profonda crisi sociale. Posizioni estreme contro i migranti, per ciò che concerne l’economia, la politica estera e le donne.
Luna Isabella
(foto da corrigedum.wordpress.com)