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Kyle ospite a GrooveOn Unplugged, la rassegna di musica calda
CATANZARO, 28 NOVEMBRE 2014 - Dopo il successo registrato con Carmine Torchia, ritorna il secondo appuntamento con “GrooveOn Unplugged “, la rassegna dai toni caldi e intimi organizzata da InfoOggi GrooveOn e che ospiterà musicisti emergenti del panorama indipendente italiano. Questa volta toccherà a Kyle, progetto capitanato da Michele Alessi, a svelare e raccontare gli aneddoti che si nascondono dietro la scrittura e la produzione del suo disco.
L’artista si esibirà in duo questa sera al Corto Maltese di Catanzaro e domani sera al Pennylane di Taverna. L’ingresso è interamente gratuito e l’inizio è previsto per le 22:30.
Anche questa volta sarà presentato un poster dell’evento, disegnato da Giula Cosco (https://www.facebook.com/menadesigno) e stampato in serie limitata e numerata.[MORE]
A seguire una mini intervista a Kyle.
- E’ ormai da qualche annetto che è nato il progetto Kyle, ma a chi ancora non ti conosce come ti presenteresti?
Come un’esperienza fatta di canzoni acustiche sulle quali mi sono trovato a lavorare in compagnia di alcuni fidi amici musicisti con cui condivido una certa sensibilità musicale. Dovrebbe definirsi un progetto folk, visto il tipo di timbri e di strumentazione schierati, ma il nostro approccio ci ha portato col tempo a introdurre ritmiche e suoni un po’ distanti dal genere. Parliamo comunque sostanzialmente di canzoni, in cui proviamo a mettere dentro tutto ciò che non abbiamo mai fatto con le altre nostre esperienze di produzione musicale (Captain Quentin, Camera 237, Miss Fraulein etc).
- Il rapporto Artista-Pubblico quanta importanza ha?
Non mi sento un grande intrattenitore sul palco, almeno non con le parole. Fatico a concepire un dialogo troppo esplicito durante il live con chi ci ascolta. Infatti ho sempre apprezzato chi si limita a dire qualche parola preziosa per introdurre qualche brano particolare, lasciando alla sonata in se il resto del compito. Ovviamente ci sono le eccezioni, gli showcase, i set più intimi in cui le cose cambiano radicalmente. Mi piace invece avere un feedback diretto a fine concerto con chi ha ascoltato il live con attenzione ed ha qualche appunto o considerazione da farmi, o con chi ha ascoltato il disco con tutta calma a casa ed ha colto delle cose che magari dal vivo erano sfuggite. In questo senso, per tornare alla tua domanda, questo rapporto ha un’importanza enorme
- Introduci “Space Animals” a chi non lo ha ancora ascoltato.
Space Animals è il secondo disco vero e proprio di Kyle, pubblicato a dicembre dello scorso anno da Overdrive Records. E’ un disco che ha dietro un concept, o più che altro un immaginario, legato allo spazio, all’astronomia in generale. Sono concetti che fanno da pretesto per partire per la tangente e deviare da semplici temi o da alcune riflessioni molto umane, basse, terrene. Non credo di riuscire a spiegarmi appieno, ma l’unione dei due concetti “Space” ed “Animals”, oltre che rispecchiare quella strana forma di psichedelia molto presente nei suoni del disco, mi ha dato modo di parlare di alcune cose senza parlarne esplicitamente. Ok ci ho provato. Comunque dentro ci sono chitarre acustiche, mandolini, ukulele, contrabbassi, organi farfisa, sax, flauti, vibrafoni, banjo, steelguitar e percussioni di ogni tipo. Il risultato, come immaginabile, è per così dire esotico, tropicale.
- Che “Animale Spaziale” vorresti essere?
Vada per l’elefante della copertina. Se l’è conquistata battendo rinoceronti, balene, tartarughe e giraffe che popolano la grafica del disco. Ha vinto lui.
Salvatore (Saso) Signoretti
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