Estero

Kosovo, la protesta dei nazionalisti: lacrimogeni in parlamento, trovate due bombe in ospedale

PRISTINA, 30 NOVEMBRE 2015 - Resta alta la tensione in Kosovo. Due bombe a mano e una ventina di proiettili sono stati trovati oggi in un locale di un centro ospedaliero di Pristina, capitale del piccolo stato balcanico. La scoperta è stata fatta dalla polizia grazie a una denuncia anonima che avvertiva della presenza di ordigni esplosivi nella clinica. Parte del personale è stato evacuato. [MORE]

L'episodio ha contribuito a far salire ulteriormente la tensione a Pristina, dopo i violenti scontri di pazza di sabato fra opposizione e polizia (con quasi cento arresti e una decina di feriti), e l'episodio in cui stamane deputati dell'opposizione nazionalista hanno nuovamente sprigionato in parlamento gas lacrimogeni per bloccare, come fanno da tre mesi, i lavori in aula per protesta contro accordi conclusi da Pristina con Serbia e Montenegro, in particolare quello relativo alla creazione della nuova Associazione delle comunità serbe in Kosovo e l'altro sulla demarcazione della frontiera con il Montenegro.

Il grande serbatoio di foreign fighters dell'Isis. A questi problemi di politica interna si aggiunge il fatto che il Kosovo è fra i Paesi con la più alta percentuale di foreign fighters, con 125 combattenti per milione di abitanti. Al secondo posto figura la Bosnia-Erzegovina con 85 combattenti per milione di abitanti. Secondo il quotidiano di Pristina Zeri, citando il portavoce della polizia Baki Keljani, sono almeno 120 i jihadisti che hanno fatto ritorno in Kosovo dopo aver combattuto dal 2011 nelle file dello Stato islamico in Siria e Iraq. I servizi di sicurezza e di intelligence, aggiunge il giornale, attuano uno stretto monitoraggio sulle attività di cittadini kosovari tornati da periodi trascorsi in Siria e Iraq e le misure di sicurezza sono state rafforzate dopo gli attacchi terroristici di Parigi.