Estero
Juncker: "La deferenza alla Nato non può essere più un alibi contro sforzi Ue più grandi"
PRAGA, 9 GIUGNO - Jean Claude Juncker, presidente della Commissione europea, dal primo novembre 2014, intervenuto alla conferenza, organizzata dal governo ceco, sulla difesa e sicurezza in collaborazione con la Commissione, a Praga, ha affermato: "La deferenza alla Nato non può essere più un alibi contro sforzi Ue più grandi".[MORE]
Il presidente, ha poi ribadito il suo giudizio sostenendo che "Gli Usa hanno cambiato in modo fondamentale la loro politica estera molto prima dell'arrivo di Trump. Da dieci anni è chiaro che i nostri partner americani ritengono di sostenere troppo peso per i loro ricchi alleati europei. Non abbiamo altra scelta che difendere i nostri propri interessi in Medio Oriente, clima, accordi commerciali", sollecitando un invito "Non solo in favore dell'Europa della difesa, ma in difesa dell'Europa", poiché la sicurezza "È tra le tre priorità" dei cittadini europei.
"Molti Stati membri considerano la difesa una questione di stretta sovranità nazionale. Ma condividere sovranità non significa rinunciarci. Al contrario, avere Stati più forti e sovrani in un mondo globalizzato richiede di avere più cooperazione nell'Ue, specialmente nella difesa", ha spiegato Juncker, annunciando che "È il momento di svegliare la bella addormentata del Trattato di Lisbona". Dal concetto ideale di sicurezza a quello reale di minacce: "Per quanto a lungo possiamo fare finta che Paesi così inestricabilmente legati come quelli dell'Ue non abbiano bisogno anche di affrontare insieme le minacce esterne?", ha domandato retoricamente il politico lussemburghese, poiché analizzando gli ultimi eventi "tutto dimostra che il soft power da solo non è abbastanza potente in un mondo sempre più militarizzato", e concludendo "non è più una questione di sovranità nazionale, ma per prendere in prestito le parole del mio amico Macron, è una questione di sovranità europea"
Immagine da: ilgiornale.it
Caterina Apicella