Estero

Julian Assange, la caccia alla Primula Rossa è finita

LONDRA, 8 DIC. - Il fondatore di Wikileaks Julian Assange si è consegnato ieri mattina alla polizia britannica. L'arresto si è concretizzato in una stazione di polizia londinese dove il 39enne giornalista australiano si è presentato di sua iniziativa. Ad Assange è stata rifiutata la libertà su cauzione e dovrà restare in 'gatta buia' fino al 14 dicembre quando comparirà davanti al tribunale della città di Westminster, uno dei municipi di Londra.[MORE]

Il giudice distrettuale Howard Riddle ha respinto la cauzione giudicando l'eroe-criminale a potenziale rischio di fuga. Il magistrato non ha accolto le garanzie offerte dal regista Ken Loach, dalla ex fidanzata di Hugh Grant, Jemima Kahn, e dal giornalista John Pilger, tutti dalla parte di Assange.

Ha definito invece l'azione come «politicamente motivata», il legale di Assange, Mark Stephens. L'avvocato ha detto che il suo assistito vuole sapere quali siano i rilievi che gli vengono mossi così da potersi difendere.

Secondo il Dipartimento di Stato americano, attualmente l'arresto del fondatore di Wikileaks, Julian Assange, riguarda solo il Regno Unito e la Svezia. Lo ha dichiarato ieri il portavoce del ministero degli Esteri Usa, Philip Crowley, precisando che «la nostra inchiesta prosegue. Quanto all'arresto (di Assange), si tratta a questo stadio di un affare tra il Regno Unito e la Svezia».

Assange, ha aggiunto Crowley, è stato posto in stato di detenzione «sulla base di un mandato di estradizione proveniente dalla Svezia. Nello stesso tempo Crowley ha sottolineato che «la fornitura di 250mila documenti segreti all'esterno dello Stato da parte di qualcuno che lavora per lo Stato resta un crimine per la legge americana».

M.R.