Jolly Nero, registrazioni VDR: per la procura si tratta di negligenza e imprudenza
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GENOVA, 6 LUGLIO 2013 - Dopo l’ascolto delle registrazioni del Voyage data recorder i giudici che stanno indagando sul caso Jolly Nero sembrano non avere dubbi sulla negligenze l’ imprudenza tenuti.
Da quanto emerso, dalla riproduzione dei minuti che precedono il drammatico schianto contro il Molo Giano diversi sarebbero, secondo il procuratore capo Michele Di Lecce e il PM Walter Cotugno, i dialoghi di bordo che consentirebbero di contestare ai tre indagati gravissime negligenze ed un comportamento altrettanto imprudente.
Alle 20.59.43 il pilota Anfossi non è ancora salito a bordo e Paoloni e Repetto commentano il mancato avvio del motore che "non ha soffiato ".
Poco dopo il primo ufficiale chiede "Partiti?". E il comandante risponde "Macché partiti, non è partito niente".
Alle 21.04 Repetto: "è il motore che... anche l'altra volta ha fatto perdere" e Paoloni "ogni volta che si parte da Genova è sempre... Bisogna farsi il segno della croce". In seguito, continuando sulla possibilità di un controllo Solas "specialmente poi quando fanno servizi di bordo, la Solas visita scafo macchina, c'è da mettersi le mani nei capelli".
Alle 22.41.32 Repetto spiega al comandante: "Sono d'accordo con il direttore, se non parte mi chiama subito".
Secondo la procura e il gip Ferdinando Baldini è "una macroscopica negligenza e imprudenza " quella commessa da Repetto che decide di interrompere la comunicazione "in continuo" con il direttore di - macchina.
Il Gip sottolinea la frase pronunciata al telefono alle 22.35 da Repetto al direttore Franco Giammoro: "va bè non posso stare qua, ce la fai ad avvisarmi... tu mi chiami al limite mi chiami... si ok dai ciao".
La rottura del contagiri e l'assenza di un contatto continuo con la sala macchine sarebbero tra le cause principali dell'incidente.
"Repetto - scrive il gip - non aveva dunque la possibilità di controllare in tempo reale il motore ed il suo regime".
Alle 22.53.16 la Jolly esce dal canale di Sampierdarena e viene impartito l'ordine di fermare la macchina.
Quattro minuti dopo il pilota ordina "adagio avanti" ma la marcia non è entrata perché l'arresto non è avvenuto correttamente e il riavvio non c'è stato.
Alle 22.57.31 secondo la procura il suono dell’allarme sarebbe stato trascurato da Repetto che non informa comandante e pilota. Alle 22.58 il pilota dà l'ordine "avanti mezza" perché probabilmente si accorge che qualcosa non funziona come dovrebbe.
Alle 22.58.21 Repetto dice "non è partita" e subito dopo il secondo ufficiale da poppa "distanza dalla torre piloti 150 metri ". Nei venti secondi successivi darà "100 metri" e poi "70 metri". Alle Ore 22.58.53 il pilota comunica al rimorchiatore di non avere la macchina e poi chiede a quello di prua di dare tutta la potenza.
Un secondo dopo il pilota indica "pronti sulle ancore". Due secondi dopo il comandante ribadisce "state pronti sulle ancore ".
Alle ore 22.59.04 per la procura c’è un’ulteriore negligenza dopo l’ avviso "poppa a 25 metri".
Anfossi chiede conferma e risponde "Oh no". Otto secondi dopo il pilota ordina "fondo fondo" e il comandante ribadisce "fondo fondo a dritta", però è troppo tardi anche per le ancore.
Ore 22.59.26 il secondo a poppa segnala "a 10 (metri, ndr)", ai 34 "rumori di scarrocciamento della chiglia sulla banchina", e ai 35 non ci sono più metri: "poppa arriviamo".
Alle 22.59.42 il Vdr registra "forti rumori di crollo". Alle 23 e 11 secondi il comandante Paoloni: "Eh niente, buttato giù la torre dei piloti". [MORE]