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Jobs act, varata la riforma del lavoro, permangono i licenziamenti collettivi

ROMA, 20 FEBBRAIO 2015 - Dopo cinque ore, il Consiglio dei ministri (Cdm) approva i decreti attuativi sulla riforma del lavoro.[MORE]

"Il #JobsAct rottama i cococo vari e scrosta le rendite di posizione dei soliti noti #lavoltabuona" ha scritto questa mattina su Twitter, ormai ordinario meccanismo di comunicazione, il premier Matteo Renzi, ma la riforma del lavoro, denominata Jobs Act, nel modello approvato oggi dai ministri, non tiene conto di quanto richiesto dalle Commissioni di Camera e Senato, ossia il decreto prevederà, a dispetto delle proposte delle commissioni, il demansionamento del lavoratore e tra le disposizioni legate ai licenziamenti, verranno introdotti anche i licenziamenti collettivi.

Il passo che sembra essere fondamentale per il governo, attiene il nuovo contratto a tutele crescenti, che verrà introdotto dal primo marzo, e prevede per le nuove assunzioni a tempo indeterminato delle restrizioni sulla possibilità di reintegro del lavoratore, inserendo invece indennizzo economico certo e crescente per anzianità. Sarà sicuramente previsto il reintegro in caso di licenziamento discriminatorio o disciplinare di cui si attesti la non sussistenza del fatto materiale, ritenuto causale.

Per quanto riguarda le tipologie contrattuali, si prevede l'eliminazione dei vari contratti a progetto e il divieto di costituzione, in futuro, degli stessi. Il divieto è esteso anche per i contratti di associazione in partecipazione, ma queste misure entreranno in vigore dal 2016 e anche in quell'anno sarà possibile stipulare co.co.pro. in accordo con i sindacati.

Si prevedono inoltre nuovi ammortizzatori sociali, la Dis-Coll e la Naspi. Dis-Coll è l'indennità di disoccupazione per i collaboratori che verseranno almeno 3 mesi di contributi e l'importo sarà emesso per mensilità pari alla metà dei mesi di effettivo versamento, con prolungamento fino 6 mesi. La Naspi, sostituisce la precedente Aspi, scatterà da maggio e avrà una maggiore durata: il sussidio corrisponderà alla metà del periodo contributivo degli ultimi 4 anni, con una capacità massima di 24 mesi.

Al Cdm si è discusso anche in merito al Ddl concorrenza e le liberalizzazioni che riguarderanno notai e librai. Sono "saltate" invece le norme riguardanti la vendita di farmaci di fascia C al di fuori delle farmacie, la riforma della fatturazione elettronica, modificante l'attuale scontrino fiscale, e le misure attenenti al catasto.

Su quanto confermato oggi con il Jobs Act, si sono immediatamente espressi Susanna Camusso, leader Cgl, e Maurizio Landini, segretario generale Fiom. Da Prato, la Camusso ha dichiarato "il governo va nella direzione del tutto sbagliata" e aggiunge "l'unico risultato sarà quello di aver liberalizzato i licenziamenti, di aver deciso che il rapporto di lavoro invece di essere stabilizzato sarà frutto di una monetizzazione crescente" per poi concludere "non credo che questa sia la risposta che si aspetta un Paese che continua ad avere una disoccupazione altissima, che non ha prospettive per i giovani e che invece di favorire i licenziamenti dovrebbe costruire soluzioni per il lavoro". 

Maurizio Landini, in perfetta linea con il leader Cgl afferma "Non siamo in presenza dell'estensione degli ammortizzatori sociali quindi delle tutele universali per tutti, siamo in presenza di una riforma che non migliora le condizioni di chi ha bisogno di lavorare".  

Ieri intanto dall'Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) è giunto il plauso verso il Jobs Act, secondo gli esperti Ue, infatti, se la manovra verrà approntata nella maniera adeguata potrà produrre, in 10 anni, l'incremento del 6% del Pil e, in 5 anni, la creazione di 340.000 nuovi posti di lavoro.

Fonte foto: lettera43.it

Ilary Tiralongo