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Jobs Act, il Pd non ha tutti i consensi, Orfini si appella all'unità del partito

ROMA, 25 NOVEMBRE 2014 – A poche ore dal voto finale sul Jobs act, non appare ancora del tutto coeso il PD. Per il momento sarebbero 30 i deputati ad aver deciso di opporsi, con forme ancora da stabilire, all’attuazione del progetto di legge. “Per noi – dichiara Stefano Fassina - è uno strappo rilevante, perché noi siamo parte della maggioranza, ma non voteremo per questa delega. Non saremo un gruppo sparuto, ma un numero politicamente impegnativo. E non temiamo conseguenze disciplinari”.


Prima del voto finale, i 30 deputati dovranno decidere come manifestare la loro opposizione al momento della votazione, se uscendo fuori dall’Aula al momento decisivo, votando “no” o non partecipando affatto alla votazione in segno di protesta.


Nel frattempo, arriva il forte appello di Matteo Orfini: “"Faccio un ultimo appello all'unità del Pd. Abbiamo raggiunto una larghissima unità sul testo, spero che per rispetto della discussione fatta, dei cambiamenti apportati, del lavoro di ascolto reciproco e della nostra comunità, si voglia fare tutti un ultimo sforzo in Aula”. [MORE]


Orifini non è l’unico a sottolineare l’importanza, in un momento decisivo per il Pd, di mostrarsi uniti e compatti di fronte alla votazione. Tra coloro che, pur non essendo completamente convinti dei vari emendamenti della riforma, voteranno “sì”, c’è anche l’ex segretario Bersani che così commenta lo scisma politico in atto: “Voterò le parti che mi convincono con piacere e convinzione e le parti su cui non sono d'accordo per disciplina, avendo fatto per quattro anni il segretario del Pd”.


In generale, comunque, il Pd sembra convinto che vi siano i presupposti per una maggioranza tesa all’approvazione della riforma. Lorenzo Guerini, vicesegretario del partito, non si mostra preoccupato e afferma: “C'è un ampio consenso nel gruppo parlamentare, si sta dimostrando con i voti. Su un emendamento qualche deputato ha votato diversamente, ma senza incidere sul risultato, mi sembrano più posizioni di singoli che di aree politiche”.


Non si dovrà attendere molto per vedere se l’ottimismo del Pd sarà ricompensato: dei 109 emendamenti da esaminare, ne restano solo una sessantina da mandare al voto, con un verdetto che dovrebbe arrivare proprio nel tardo pomeriggio di oggi.
 

(foto: www.dasud.it)
 

Sara Svolacchia