Estero
Jet abbattuto, tensione Ankara-Mosca. Erdogan non si scusa. In Russia fermati 50 imprenditori turchi
MOSCA, 26 NOVEMBRE 2015 - Resta altissima la tensione tra Russia e Turchia dopo l'abbattimento due giorni fa di un Jet che Ankara sostiene avesse invaso lo spazio aereo turco. E inziano a farsi vedere le prime conseguenze sul piano diplomatico e non solo. Mentre Erdogan ha fatto sapere di non aver intensione di scusarsi per l’abbattimento del caccia, Putin ha ribadito le critiche alla Turchia per le "assolutamente inspiegabili pugnalate alla schiena a tradimento da coloro che ritenevamo partner e alleati nella lotta al terrorismo": "Finora non abbiamo sentito le scuse dal massimo livello politico turco né tantomeno le proposte di risarcire i danni e di punire i criminali per il reato commesso". [MORE]
Non solo parole però arrivano dalla Russia. Il ministero degli esteri russo ha raccomandato ai propri connazionali di non visitare la Turchia e a quelli che si trovano attualmente in quel Paese di rimpatriare a causa della minaccia terroristica e ha annunciato che la Russia schiererà i missili S-400 a pochi chilometri dal confine turco-siriano. In Russia un gruppo di circa 50 imprenditori turchi è stato fermato dalle autorità a Krasnodar, nella Russia meridionale, con l'accusa di aver mentito sul motivo del loro ingresso nel Paese. Secondo quanto raccontato da uno degli imprenditori, la comitiva sarebbe stata fermata ieri per poi comparire stamani davanti a un giudice, che li avrebbe condannati a dieci giorni di detenzione e una multa di 4 mila rubli (poco meno di 60 euro).
Le ricadute si fanno sentire anche sul piano economico. La Russia introdurrà "controlli più strigenti" sui prodotti agricoli in arrivo dalla Turchia, pur precisando che nessun embargo è stato introdotto, e che misure restrittive di questo tipo non sono in discussione al momento. Dmitry Medvedev ha invece anticipato il possibile congelamento o taglio di alcuni progetti di investimento con Ankara così come l'introduzione di un pacchetto di misure economiche che potrebbero includere limiti all'impiego di turchi in Russia. Il premier russo precisa che alcune misure diplomatiche e militari sono già state introdotte, e altre seguiranno.
Erdogan tuttavia non si piega, risponde alla accuse di Mosca: "Quelli che dicono che noi compriamo il petrolio da Daesh (l'Isis, ndr) devono provarlo". E poi contrattacca: "La Russia non sta combattendo davvero l'Isis in Siria, sta uccidendo turcomanni e siriani a Latakia".
Tiziano Rugi