Politica

Iva: rischio aumento ad ottobre. Brunetta: «Letta smentisca o è crisi». Il Pd: «rivedere Imu»

ROMA, 18 SETTEMBRE 2013 - Imu e Iva camminano a braccetto dall’inizio del governo Letta. Due piccole parole ma dense di significato economico e politico. Pd e Pdl le ripetono come una sorta di mantra basando su di esse le sorti della stessa maggioranza.[MORE]

E se sulla questione Imu ad agosto si era giunti ad un’intesa, raccolta con più o meno entusiasmo da entrambe le forze politiche, oggi si riaccende lo scontro sull’Iva. Il rischio infatti che l’imposta sui consumi possa aumentare già da ottobre, passando dal 21 al 22%, è sempre più alto.

Possibilità, questa, che viene lasciata intendere anche dal sottosegretario all’Economia, Pierpaolo Beretta, che oggi ha affermato: «Le risorse che abbiamo a disposizione per i prossimi 2-3 mesi presentano un percorso impegnativo perché oltre all’Iva c’è anche l’Imu e gli ammortizzatori sociali. Quindi – ha spiegato Beretta – dovremo fare nelle prossime ore una valutazione complessiva e decidere quali siano le priorità».

Ma se a queste parole si aggiungono le dichiarazioni rilasciate qualche giorno fa dal premier Letta, che sulla faccenda Iva si era limitato a dire «è complicata», ecco che, gioco forza, vi è l’immediata protesta del Pdl, che tramite Renato Brunetta attacca: «Gli impegni del presidente del Consiglio Enrico Letta nel discorso su cui ha ottenuto la fiducia delle Camere lo scorso 29 aprile erano chiari, “rinunciare all’inasprimento dell’Iva”, “superare l’attuale sistema di tassazione della prima casa” e “generale riduzione del costo del lavoro e del peso fiscale”. Provvedimenti complementari – ha aggiunto Brunetta – l’uno all’altro e non alternativi. Se non sarà così non ci sarà più la maggioranza. Letta onori gli impegni presi» ha concluso l’ex ministro Pdl.

Tuttavia, seppur con tono diverso, i dissensi su un aumento dell’Iva giungono anche dal Pd. «l’aumento dell’Iva dal primo ottobre – afferma il sottosegretario al Tesoro, Stefano Fassina – peserebbe negativamente sull’economia. Non c’è dubbio che va evitato. Ma non vi sono gli spazi di finanza pubblica per affrontare entro la fine dell’anno Iva, Imu, cassa integrazione in deroga, missioni internazionali ed interventi per rispettare il limite del 3% di deficit sul Pil. Un impegno – precisa Fassina – assunto dal governo Berlusconi non da Letta o Saccomanni. È necessario, quindi, - conclude l’esponente Pd – scegliere. Per rinviare l’aumento dell’Iva, rivediamo l’intervento sull’Imu».

In questo quadro, quasi tra incudine e martello, si inserisce la posizione dell’Unione Europea che attraverso Simon O’Connor, portavoce del Commissario Europeo all’Economia, Olli Rehn, ha sottolineato: «spetta al governo decidere se sarà necessario l’aumento dell’Iva». Ma sempre O’Connor ha poi precisato: «il ministro all’Economia Saccomanni ha assicurato Rehn che il governo mantiene pienamente l’impegno a rispettare gli obiettivi di bilancio per quest’anno». Insomma la partita è aperta.

(Immagine da lettera43.it)

Giovanni Maria Elia