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IUS SOLI: la legge si dovrà discutere oggi in Senato

 ROMA, 15 GIUGNO – La legge sullo IUS SOLI,la legge sulla cittadinanza per gli immigrati di seconda generazione in Italia approda oggi nell’Aula del Senato.[MORE]
«Stimati senatori e senatrici della Repubblica italiana, siamo Ilham, Giorgia, Youness, Sonny, Chouaib, Andres, Sirine, Sarra, Ada, Xavier, Insaf, Sara, Fatoumata, Ervin, Fioralba. Vi scriviamo perché avete nelle vostre mani le sorti delle nostre vite e votiate a favore della riforma della legge per l’acquisizione della cittadinanza italiana, che ci riconosca finalmente come figli e figlie d’Italia». L’ultima mossa del movimento degli “Italiani senza cittadinanza” è una petizione on line su change.org (con già oltre 23mila sostenitori), che denuncia lo stallo della legge sullo IUS SOLI, parcheggiata da più di un anno al Senato; a bloccarla sono stati ben ottomila emendamenti.
Oggi in Italia i ragazzi figli di immigrati sono più di un milione, e tre su quattro sono nati qui. A scuola, gli alunni stranieri sono oltre 814mila, per la metà ragazze. chi nasce in Italia da genitori stranieri resta straniero fino alla maggiore età. Di una riforma della legge (ferma al testo del 1992) si parla da anni. Il 13 ottobre 2015 la Camera ha approvato lo ius soli temperato, che consente ai figli di immigrati nati o cresciuti qui di diventare italiani. Da allora però il testo è rimasto nei cassetti della commissione Affari costituzionali del Senato.
Gli “Italiani senza cittadinanza” lanciano la loro petizione: «Siamo giovani nati e/o cresciuti nel territorio della Repubblica, oggi nel limbo della nostra società e primi firmatari di questa petizione di civiltà. Rappresentiamo la punta dell’iceberg di quel milione di “Italiani e italiane senza cittadinanza”, di cui 800mila minori, nati in Italia, o arrivati in tenera età, ma considerati dallo Stato ostinatamente stranieri. In questo Paese si consuma la nostra intera esistenza: impariamo a camminare e a parlare, cresciamo, studiamo, lavoriamo proprio come tutti i nostri coetanei che la cittadinanza italiana l’hanno ereditata secondo la legge 91 del 1992, legge che però condanna noi a restare “estranei nella nostra nazione” perché chi ci ha messo al mondo è straniero. Una legge che la Camera dei deputati, nello storico voto del 13 ottobre 2015, aveva scelto di cambiare riconoscendo finalmente che “chi cresce in Italia è italiano”. Principio che invece voi, cari senatori e senatrici, non avete ritenuto altrettanto importante per il presente e futuro del Paese e così il testo di riforma è rimasto a ingrigire per un anno e mezzo nella commissione Affari costituzionali, rimandando di fatto le nostre vite. Vite in cui abbiamo rinunciato alla serenità e ai sogni e sopportato ingiustizie e discriminazioni, restando spesso invisibili per lo Stato italiano nei momenti per noi più difficili».
La sinistra forza la mano e prova a far approvare le legge, ad osteggiarlo ci sono non solo FI e Lega Nord, che denunciano la sostituzione etnica degli italiani da parte degli stranieri; ma anche il Movimento di Grillo, che già alla Camera non aveva votato la legge sulla cittadinanza e spiega che si comporterà coerentemente nell’altro ramo del Parlamento.

Fonte immagine: ilprimatonazionale.it

Alessia Panariello