Politica

Ius Soli: il no di Berlusconi. Poi l'ex premier bacchetta il Pd

MILANO, 9 LUGLIO - Il capitolo Ius Soli è da settimane al centro dell’agenda politica del Paese, nonostante i tempi per l’approvazione del provvedimento si facciano più stretti e le complicazioni siano all’ordine del giorno. Sul tema, è intervenuto attraverso un’intervista al quotidiano ‘Il Messaggero’ l’ex premier e leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi.[MORE]

A quanto pare, Forza Italia non sarà tra chi risulterà decisivo per l’approvazione della legge. O meglio, lo sarà ma in negativo, considerata la ribadita contrarietà del suo leader: «Non c’è che una soluzione, non farli partire» - ha chiosato l’ex premier – ritenendo che la legge sullo Ius Soli possa far aumentare il numero degli sbarchi e la grana migranti. In un momento difficile per l’Europa, l’ex Cav chiede un atteggiamento comunitario in controtendenza rispetto all’invocato sostegno del governo italiano: impedire gli sbarchi. «L’Europa deve far sentire tutto il suo peso politico per negoziare con i Paesi del Nordafrica accordi come quelli che avevamo stretto noi per bloccare le partenze, ed altri accordi con i Paesi d’origine per i rimpatri. Tutto questo deve avvenire sotto l’egida delle Nazioni Unite» - ha poi concluso.

Poi la bacchettata nei confronti del Pd, nonostante i rapporti con il segretario Matteo Renzi si siano rivelati negli anni tutt’altro che ostili: «Approvare lo Ius soli, come vuole il Pd ad ogni costo, è un pessimo segnale, anche se la norma non riguarda ovviamente i clandestini. Far sapere che da oggi diventare cittadini italiani è più facile susciterà illusioni e false speranze in Africa, e quindi renderà ancor più forte la spinta migratoria».

Una frecciata non è stata risparmiata invece allo stesso Renzi: «Il segretario del Pd cambia la Convenzione di Dublino, firmata dal mio governo nel 2003, con il programma Triton, voluto e sottoscritto dal suo governo. Con l’operazione Triton, si è stabilito, nel 2014, con il consenso di Renzi e Alfano, che tutti i migranti salvati da navi di qualsiasi nazionalità venissero sbarcati sulle coste italiane». L’accusa dell’ex premier si è così concentrata sulla presunta debolezza dei governi italiani nell’attuale legislatura, rei di aver utilizzato una posizione troppo morbida rispetto alla problematica migranti.

E mentre Renzi invoca lo Ius Soli, da approvare come «atto di civiltà», i tempi di approvazione, si diceva, si fanno più stretti e la faccenda diviene sempre più complicata. Pochi infatti i giorni a disposizione del Parlamento sulla ‘riuscita’ della legge, che secondo Ansa sarebbero appena 45, nonostante manchino ancora otto mesi al termine della scadenza naturale. E le leggi ‘di civiltà’ rischiano di saltare: dallo Ius Soli, sino al Biotestamento, mentre pare si debba rivedere concretamente il provvedimento del Codice Antimafia, per il quale saranno necessari alcuni ritocchi.

foto da: infooggi.it

Cosimo Cataleta