Politica
Ius Soli, Fedeli: "Brutta pagina, no ad aggressioni in aula"
ROMA, 16 GIUGNO – Valeria Fedeli, ministro dell’Istruzione, ha commentato quanto accaduto ieri nel corso delle consultazioni al Senato per l’approvazione della legge sullo ius soli, definendolo una “brutta pagina”.[MORE]
“Nelle aule di parlamento ci sono regole da rispettare, bisogna rappresentare il meglio del paese ed essere capaci di discutere anche con opinioni differenti, non certo avere aggressioni verso i banchi di governo”, queste le parole del ministro, con riferimento alle violente proteste portate avanti da alcuni esponenti politici.
“Credo che siano atti che non fanno bene” ha proseguito Fedeli, ricostruendo poi la dinamica dell’accaduto: “io tenevo la postazione, e non mi spostavo dal mio posto, anche perché era improprio quello che le persone della Lega stavano facendo. In quello che è avvenuto mi hanno fatto poi prendere un colpo al gomito” ha dichiarato il ministro.
Ieri in Senato era in discussione il disegno di legge sullo ius soli. Nonostante le accese proteste soprattutto da parte della destra, e le accuse anche da parte del Movimento, il testo in questione non prevede l’introduzione di uno ius soli nel pieno significato dell’espressione.
A differenza degli Stati Uniti dove è cittadino USA chiunque nasca sul territorio americano, con il disegno attuale in Italia sarebbero principalmente due le vie per ottenere la cittadinanza. In primo luogo, acquisice lo status di cittadino italiano chiunque nasca in Italia da genitori stranieri di cui almeno uno in possesso del permesso di soggiorno di lungo periodo (rilasciato dopo cinque anni di residenza legale e continuativa sul territorio nazionale).
In alternativa, per i minori nati in Italia o entrativi prima del dodicesimo anno di età, con genitori in possesso di semplice permesso di soggiorno, la cittadinanza è acquisibile dopo il completamento di uno o più cicli di studi per un periodo complessivo di almeno cinque anni.
Il testo attuale della legge è gia stato approvato dalla Camera dei deputati alla fine del 2015, e da allora era in attesa dell'esame di Palazzo Madama, dove il governo gode di una maggioranza meno stabile. Il ddl è sostenuto dal Partito Democratico, e fortemente criticato da Lega e Forza Italia. Ha preferito optare per l'astensionismo, invece, il Movimento.
Paolo Fernandes
Foto: ilfattoquotidiano.it