Politica
Italicum è legge: 334 sì, 61 no. Opposizioni lasciano l'aula. Renzi: «Impegno mantenuto»
ROMA, 4 MAGGIO 2015 - L’Italicum è legge. La riforma elettorale, dopo il voto favorevole del Senato nello scorso gennaio, è stata approvata anche dall’Aula della Camera con 334 sì, 61 contrari e 4 astenuti.
Un voto che è avvenuto a scrutinio segreto come richiesto da Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia. Inoltre, tutte le opposizioni, nella fattispecie Fi, M5s, Lega Nord, Fdi e Sel, hanno abbandonato l’aula di Montecitorio al momento del voto. A dire no al nuovo sistema elettorale sono stati quindi 61 deputati. Gran parte di loro sono da ricondurre alla cosiddetta minoranza dem, il resto ai deputati del gruppo Misto, alcuni di Forza Italia ed anche del Nuovo Centrodestra (andati anche loro contro le direttive del gruppo).
Subito dopo l’approvazione dell’aula ecco come su Twitter il premier Matteo Renzi ha commentato: «Impegno mantenuto, promessa rispettata. L’Italia ha bisogno di chi non dice sempre no. Avanti, con umiltà e coraggio. È #lavoltabuona». Sempre su Twitter è arrivato anche il messaggio del ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi: «Ci hanno detto “non ce la farete mai”. Si erano sbagliati, ce l’abbiamo fatta! Coraggio Italia, è #lavoltabuona».
Di parere opposto è invece l’ex segretario del Pd, Pier Luigi Bersani a capo di coloro i quali tra i democratici hanno votato no: «Il dissenso è stato abbastanza ampio. Ora cosa fatto capo A… ma il dato politico sia sull’approvazione della legge sia sulle dimensioni del dissenso è non poco rilevante». Sempre nel Pd, esprime il proprio dissenso anche il capogruppo dimissionario alla Camera, Roberto Speranza: «Se 38 sfidano non votando la fiducia vuol dire che il dissenso è molto maggiore. Ma non sono i numeri ad interessarmi, il fatto è che si è approvata la legge elettorale con meno della maggioranza. Questo è il punto politico ed è quello che ho sempre detto a Renzi dall’inizio».
Naturalmente sono ancor più severe le parole provenienti dalle opposizioni. Il capogruppo di Forza Italia, Renato Brunetta ha parlato di una «vittoria di Pirro» da parte del presidente del Consiglio, Matteo Renzi. «Una violenza al Parlamento – ha continuato Brunetta – una bruttissima giornata per la democrazia nel nostro Paese». Anche Sel ha definito la giornata di oggi come «drammatica per la democrazia». «La Lega - ha affermato il suo leader Matteo Salvini - è schifata perché mentre il paese soffre per la disoccupazione e continuano gli sbarchi di 6mila immigrati, il Pd si occupa di una legge elettorale per salvare il fondoschiena del signor Renzi. È una legge che fa schifo, che allontana i cittadini e dà ancora più potere a partiti e alla casta. Noi diciamo il nostro no e speriamo, domani, di tornare a parlare di cose serie».[MORE]
Il M5s, anche esso contrario all'approvazione di tale legge, si affida adesso al presidente della Repubblica: «Tra poco - ha detto Roberto Fico - Mattarella si troverà questa legge sul tavolo, chiediamo di non firmarla perché è davvero una cattiva legge».
(Immagine da image.excite.it)
Giovanni Maria Elia