Cronaca

Italiano ruba filo spinato del campo di concentramento di Auschwitz

CRACOVIA, 13 AGOSTO 2012 - L'usanza di acquistare souvenir dei luoghi visitati è diffusa in tutto il mondo, per i turisti significa portare a casa un ricordo del loro viaggio, ma spesso non si limitano a comprare piccoli oggetti ornamentali. Alcuni collezionano cimeli sottratti agli hotel visitati, come saponette, fiammiferi e addirittura asciugamani, altri cercano di trafugare in valigia un po' di sabbia proveniente dalle spiagge visitate, sebbene sia illegale. Una piccola percentuale di viaggiatori, però, è attratta da souvenir decisamente più macabri: è il caso dell'uomo sessantaseienne italiano fermato due giorni fa in Polonia.

Il nome del turista non è stato reso noto, ma le autorità hanno fatto sapere che è stato fermato all'aeroporto di Cracovia. Aveva sottratto circa trenta centimetri di filo spinato dal campo di sterminio di Auschwitz e lo aveva messo in valigia, nella speranza di imbarcarsi arginando i controlli.

Il "souvenir" è stato però trovato dagli uomini della sicurezza e l'uomo è rimasto in stato di fermo per alcune ore, prima che venisse rilasciato. Il pezzo di filo sottratto non apparteneva alle aree protette del campo di concentramento, probabilmente è stato rubato dalla parte esterna. Il portavoce delle autorità polacche, Mariusz Ciarka, aveva infatti dichiarato durante la custodia cautelare dell'uomo: <<Se verrà fuori che che non ha distrutto nulla sarà liberato>>.[MORE] 

L'uomo ha spiegato il gesto raccontando che suo padre è morto nel lager e che voleva portare con sè un ricordo del luogo in cui aveva perso la vita insieme a circa un milione e centoventiseimila persone (cifra stimata dal museo di Auschwitz), tra ebrei, polacchi, zingari, sovietici e prigionieri di guerra.

Il caso del turista italiano non è stato l'unico: nel 2011, un francese di circa cinquant'anni tentò anch'egli, senza successo, di imbarcarsi con un pezzo del filo spinato che proveniva dal campo di sterminio.

(Foto da nutopia2sergiofalcone.blogspot.com)

Alessia Malachiti