Italia, prove di turismo sostenibile
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Italia, prove di turismo sostenibile

domenica 15 agosto, 2021

15 agosto 2021 - Anche in Italia quello della sostenibilità è un tema che negli anni è divenuto fondamentale nel settore turistico. Per rendersi conto di ciò, basti pensare che nel Piano Strategico del Turismo , pubblicato tempo fa a livello ministeriale, i termini “sostenibile e sostenibilità” ritornano per centoquindici volte su un totale di poco più di cento pagine.  

Il concetto di sostenibilità ormai non si riferisce più solo all’ambiente, ma anche alla componente sociale ed economica.  A livello teorico, si tratta di concetti che pochi si sognerebbero di metterebbero seriamente in discussione, ma a livello pratico attuare tali sacrosanti principi risulta tutt’altro che facile. L’eccessiva stagionalità e la concentrazione dei flussi stanno risultando difficili da sradicare in tempi brevi, specie dopo la crisi di settore conseguente alle restrizioni pandemiche. In realtà, le scelte dei consumatori che riguardano i luoghi e periodi di fruizione, del loro tempo libero lontano da casa, risultano condizionabili solo in parte. Detto in parole povere, la maggior parte dei turisti ha in mente determinate mete e solo una minoranza cambia idea anche se si riesce a far loro individuare mete alternative. L’ulteriore problema è che le mete sono le stesse gettonate da decenni e in tali luoghi ci si reca quasi tutti negli stessi periodi.

La nostra nazione, poi, presenta problemi di delocalizzazione del turismo internazionale. Con gli stranieri il turismo alternativo non funziona come per gli italiani. D’altro canto, convincere un turista che arriva da lontano a rinunciare a località come, Roma, Venezia, Pompei, Firenze, Cinqueterre, Pisa, Firenze, per dedicarsi alla visita di affascinanti ma sconosciute località appare un’impresa titanica. Con il tempo si potrà certamente scalfire questa tendenza, ma mutare radicalmente il trend appare realisticamente poco fattibile. Ciò, proprio per la fama di cui godono alcune nostre località fuori dai nostri confini . Ma non si tratta del solo ostacolo. Alcune zone poco conosciute potrebbero risultare attrattive, ma questa loro prerogativa è spesso dovuta proprio alla mancanza di flussi turistici consistenti.  Convogliando troppi turisti in tali zone, si snatutrerebbe però la loro stessa essenza e si metterebbe a rischio  proprio la conservazione dei propri punti forti.  Tali circostanze sfavorevoli non impediscono tuttavia che si possa ad esse ovviare puntando a valorizzare , i borghi, il turismo enogastronomico, i cammini, i parchi naturali, il turismo sportivo, a patto che si riesca a realizzare una effettiva destagionalizzazione e si rinunci a priori a strategie di crescita non proporzionata del proprio appeal turistico. Occorrerà quindi tenere nella dovuta considerazione che imprenditori e lavoratori del settore, operano come è naturale per i profitti, ma dovranno convincersi che per poter essere competitivi sarà necessario rinunciare a puntare su un aumento poco ponderato di arrivi e presenze.

Bisognerà inoltre creare piani che puntino non solo sulla destinazione ma anche sulla ricerca di situazioni coinvolgenti in grado di far divenire la propria vacanza una esperienza da ricordare e condividere”. L’Italia dovrà darsi da fare per realizzare tutto ciò anche in vista della prevedibile voglia di viaggiare che seguirà al periodo di forzata astensione pandemica. Il turismo è ben presente nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile. In tale documento programmatico, il settore turistico viene definito come motore di progresso e tutela del pianeta.  Lo si inquadra inoltre come strumento di pace e comprensione reciproca tra i popoli. 

L’Italia ha tutte le condizioni per porsi in una posizione di leadership in questo settore.  

Raffaele Basile

 

 


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