Cronaca
Italia, Paese di Santi, poeti, navigatori e...giocatori d'azzardo
FIRENZE, 10 GENNAIO 2012- Nonostante la crisi economica gli italiani non ne vogliono sapere di abbandonare o, quanto meno, limitare il gioco d’azzardo, legale o illegale che sia. Il dossier lanciato nei giorni scorsi da “Libera”, “Azzardopoli, il paese del gioco d’azzardo”, curato da Daniele Poto e presentato da Don Ciotti nella sede della Federazione nazionale della stampa, pone l’accento sul dilagante vizio del gioco d’azzardo in Italia.[MORE]
Il Belpaese risulta la nazione in Europa dove si gioca di più, la terza nel mondo. Dati che presentano un quadro allarmante. Il dossier evidenzia come il gioco d’azzardo sia la terza “industria” del Paese con un fatturato 76,1 miliardi nel 2011, con una spesa di 1260 euro pro-capite per i giochi d'azzardo e le scommesse. Il primato per il fatturato legale dei giochi, continua il dossier, spetta alla Lombardia con 2 miliardi e 586mila euro, seguita dalla Campania con 1,7 miliardi. Esistono 400.000 slot machine in Italia, una per ogni 150 abitanti. La Capitale primeggia nel settore delle "macchine mangia-soldi" con 294 sale e più di 50.000 slot machine distribuite tra Roma e provincia.
Accanto al gioco d’azzardo legale si aggiunge quello illegale in mano alle organizzazioni malavitose, con un fatturato di almeno 10 miliardi di euro annui. Diana De Martino, pm della Direzione distrettuale antimafia di Roma, spiega così il fenomeno del mercato illegale del gioco d’azzardo: “Negli ultimi anni la mafia si è infiltrata nel mondo delle macchinette alterando le reti telematiche che dovrebbero collegarle al monopolio. In questo modo non viene pagato il 12% dovuto allo Stato. In particolare, sul territorio di Roma qualche mese fa ci sono stati controlli a tappeto nelle sale gioco e sulle slot macine e molte di queste, si è scoperto, non erano collegate al concessionario. Sembra inoltre che molti clan camorristici che gestiscono gli affari legati al gioco siano attivi nel basso Lazio”.
Oltre alle infiltrazioni criminali è stata sottolineata la piaga sociale che il gioco d’azzardo, molto spesso, rappresenta. Sarebbero 800 mila gli italiani dipendenti dal gioco, ed altri 2 milioni sono soggetti a rischio. "Libera - ha affermato Luigi Ciotti - vuole sollecitare, senza evocare scenari di proibizionismo e colpevolizzare nessuno, una risposta da parte di tutte le istituzioni e del governo". Don Ciotti ha sottolineato "C'è un problema di democrazia per la democrazia si basa anche sui diritti" ricordando che in Italia, a differenza di altri Paesi europei, non è stato ancora riconosciuto il diritto all'assistenza per i giocatori patologici.
Davide Scaglione