Economia

Istat, le retribuzioni di palazzo Chigi non conoscono crisi: +15 %

MILANO, 26 DICEMBRE 2011- In base ai dati riportati nell'annuario statistico Istat, pubblicato il 16 dicembre, le retribuzioni della presidenza del Consiglio nel 2010 hanno evidenziato un aumento medio per dipendente del 15,2%, distaccandosi di molto dall'andamento delle retribuzioni medie degli altri lavoratori italiani, che sono cresciute del 2,1%, tendenzialmente in linea con l'inflazione. 

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Inoltre, come evidenzia il Conto annuale della Ragioneria dello Stato, il numero degl'impiegati nella presidenza del Consiglio nel 2010 è aumentato del 7,6% (portandosi a 2.521 dipendenti) sul 2009 (187 persone in più), nonostante l'applicazione del turn over, che ha determinato -1,8% per l'insieme dei lavoratori pubblici con contratto a tempo indeterminato nel periodo.

Sempre secondo quanto emerge dai dati del Conto annuale, i lavoratori della presidenza del Consiglio nel 2010 hanno percepito in media 53.275 euro (al netto degli arretrati degli anni precedenti), in pratica quasi il doppio rispetto alla retribuzione media dei dipendenti dei ministeri (28.383 euro annui) e, di sicuro, distaccando di molto quella media dei dipendenti pubblici (34.652 compresa la magistratura, carriera prefettizia e così via).

Nello specifico, l'incremento delle retribuzioni rispetto al 2009 (calcolata al netto degli arretrati erogati nell'anno per gli anni precedenti) si è assestato intorno al 9,8%, ma tra il 2008 e il 2010 l'incremento complessivo dei salari è stato del 18,3%, rispetto all'aumento 3,7% che ha interessato l'insieme dei lavoratori pubblici.

Naturalmente, pronto è arrivata il chiarimento da parte di Palazzo Chigi che ha specificato che non c'è stato alcun aumento degli stipendi dei propri dipendenti, ma si è avuto uno spostamento di risorse già percepite della retribuzione accessoria a quella contrattuale, "Si evidenziava esattamente che l'incremento delle retribuzioni contrattuali del personale della Presidenza del Consiglio dei Ministri era dovuto allo spostamento di risorse già percepite dalla retribuzione accessoria a quella contrattuale: vi è stato infatti il passaggio (diventato operativo con l'entrata in vigore del contratto collettivo integrativo) ad un nuovo orario ordinario di lavoro che prevede una prestazione settimanale di 38 ore in luogo delle precedenti 36. Tale modifica di regime si è tradotta in un proporzionale incremento della retribuzione mensile tabellare. Inoltre, è stata incorporata all'interno dell'indennità di Presidenza una parte delle risorse in precedenza destinate a remunerare maggiorazioni di orario", così si specifica nel sopracitato annuario statistico Istat che, a sua volta,  rimanda al comunicato stampa  (Istat) “Retribuzioni contrattuali”del 29 aprile 2010.

(Fonti: Istat, Ansa)

Rosy Merola