Economia

Istat, Pil in crescita. Bene anche investimenti e consumi

ROMA, 1 SETTEMBRE – Che tirasse aria di ripresa si era già capito in tempi recenti, con la crescita del numero degli occupati e la diminuzione degli inattivi (seppur in parte compensata dall’aumento del tasso di disoccupazione). Oggi, però, è arrivata anche la conferma dall’Istat: stando ai numeri, nel secondo trimestre del 2017 il Pil è aumentato del 0,4% rispetto al precedente arco temporale, e dell’1,5% rispetto allo stesso periodo del 2016.[MORE]

Il dato, che è stato corretto e destagionalizzato, ossia depurato dalle fluttuazioni di carattere stagionale, parla dunque del decimo trimestre consecutivo di crescita del prodotto interno lordo italiano, a partire da inizio 2015, e del valore più alto negli ultimi sei anni (dati migliori di quelli attuali, infatti, si erano registrati solo nel primo trimestre del 2011).

Seppure la crescita dovesse essere nulla nella seconda metà dell’anno, inoltre, la variazione acquisita del Pil sarebbe pari all’1,2%, 0,1 punti in più rispetto alle previsioni del documento di economia e finanza del governo, che parlavano di una crescita dell’1,1%.

Andando più nel dettaglio, crescono anche gli investimenti: dopo un primo trimestre di decrescita, infatti, sono aumentati dello 0,7% nel periodo oggetto di analisi e del 2,6% su base annuale. A fare da traino il settore dei trasporti. Buone notizie infine anche sul fronte consumi finali, con un +0,2 %.

Rilevante per l’aumento del prodotto interno lordo è stato l’andamento positivo dell’industria e dei servizi, rispettivamente +0,6% e +0,4% nonostante il dato negativo dell’agricoltura, il cui valore aggiunto è diminuito del 2,2%. Riduzione, questa, che per Coldiretti è da imputare al clima “impazzito, che ha avuto effetti devastanti nelle campagne, con danni superiori ai due miliardi di euro nel solo 2017”.

Per il settore agricolo, l'estate è stata infatti drammatica: la carenza di acqua ha danneggiato tutte le coltivazioni, senza risparmiare neppure vigneti ed uliveti. Le quotazioni in ribasso, con un calo dei prezzi fino al 45%, non hanno inoltre consentito la copertura dei costi di produzione, portando spesso alla chiusura delle imprese. In un tale scenario, l'appello lanciato di Coldiretti è ad intervenire a tutela del Made in Italy, con maggiori controlli sulla provenienza e sulle etichette, per evitare la commercializzazione di prodotti esteri "spacciati" per locali e salvare le aziende del settore.

Paolo Fernandes

Foto: lacivettapress.it