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Istanbul, giornalista trovata impiccata in aeroporto. Turchia: suicidio. Gli amici: è assassinio

ISTANBUL, 19 OTTOBRE 2015 - Jacky Sutton, ex giornalista della Bbc, è stata trovata cadavere, sabato notte, all'interno del bagno dell'aeroporto della capitale turca. Impiccata con lacci da scarpe, per il governo si tratterebbe di suicidio ma i colleghi non ritengono attendibile l'ipotesi. [MORE]

IL DRAMMA

Tre viaggiotori russi, entrando nel bagno dell'aeroporto Ataturk di Istanbul, avrebbero informato le autorità del ritrovamento del corpo. Secondo i media turchi la giornalista si sarebbe tolta la vita impiccandosi con i lacci delle scarpe. Due ore prima del ritrovamento, la Sutton, atterrata alle 22, avendo perso il volo di transito per Erbil, Iraq, si era rivolta al desk dell'aeroporto per acquistare un altro biglietto. Non disponendo della somma necessaria, pare che l'ex giornalista, in lacrime, si sia allontanata dal desk. Il buco di due ore tra la richiesta di acquisto e il ritrovamento, non è ancora stato colmato e sembra che le telecamere del luogo in cui la Sutton è stata rinvenuta, non funzionassero correttamente in quel frangente. Il governo e i media turchi parlano di suicidio ma la storia, il background di Jacky Sutton e le sue ultime occupazioni fanno prospettare ipotesi differenti.

CHI ERA JACKY SUTTON

Jacky Sutton, 50 anni, ex giornalista della BBC (1998/2000) e attuale direttore, in Iraq, dell' IWPR (istituto per il giornalismo sulla guerra e sulla pace, base a Londra) ha viaggiato molto, occupandosi di temi caldi in zone di guerra. Ricercatrice al centro per gli studi arabi e sull'Islam all' Anu di Canberra, ha lavorato in Iraq e Kurdistan prestando attenzione alla vita delle donne appartenenti a diversi gruppi, religiosi ed etnici e al sistema delle comunicazioni mediatiche in Iraq. Ultimamente si stava occupando della lotta al ruolo discriminatorio che l'Isis attribuisce alle donne (argomento di tesi per il dottorato). Membro del Wilfp (Lega internazionale per la pace e la libertà delle donne), per anni ha denunciato il trattamento riservato al genere femminile nelle zone belliche dell'Iraq e dell'Afghanistan.

AMICI E COLLEGHI: SI TRATTA DI OMICIDIO

Gli amici e i colleghi di Jacky Sutton ne sono convinti, una donna del calibro di Jacky non può aver commesso un simile gesto estremo, ben che meno per aver perso una coincidenza aerea. Christian Blauer, ricercatore Anu, in un tweet ha lasciato intendere che pur non volendo cedere ai complottismi, l'aver appreso del "malfunzionamento" delle telecamere nell'aeroporto è segno che la morte di Jacky è stata organizzata. Anche Jane Pearce, direttrice del WFP Onu, tramite Twitter, afferma di non credere alle notizie riportate.

IL PRECEDENTE

A rendere la tesi del suicidio ulteriormente instabile, per i commentatori, anche la notizia di una precedente morte sospetta. Ammar Al Shahbander, predecessore della Sutton, in Iraq, per l'IWPR, è stato assassinato, insieme ad altre 17 persone, il maggio scorso nella sua auto, mediante un attacco bomba, a Baghdad. L'ex giornalista, meno di una settimana fa, aveva partecipato, a Londra, ad una veglia in memoria del collega scomparso. 

Precedenti e elementi, i citati, che fanno sorgere forti dubbi sulle dichiarazioni rilasciate dal governo di Erdogan e che mettono in risalto il ruolo "scomodo" della Sutton, molto vicina ai curdi, e la possibilità, non fantascientifica, di un complotto che ne abbia causato il decesso. Al momento,  il governo di Londra si mantiene cauto, limitandosi a confermare la morte della donna. Il Foreign Office, intanto, sta fornendo "assistenza consolare alla famiglia" della vittima e gli amici, i colleghi della Sutton chiedono che sia fatta chiarezza su quanto accaduto a Jacky e al suo predecessore.

Fonte foto: standard.co.uk

Ilary Tiralongo