Estero

Istanbul accompagna il feretro di Berkin, ma la tensione resta altissima

 ISTANBUL, 12 MARZO 2014 – Sale di nuovo la tensione a Istanbul, con i funerali previsti per oggi del giovane 15enne, Berkin Elvan, deceduto nella giornata di ieri dopo nove mesi di coma. Il giovane era stato colpito da un candelotto della polizia nel quartiere di Okmeydani, durante le proteste di Gezi Park, mentre il giovane si recava a comprare un pezzo di pane. In migliaia, da questa mattina, si sono radunati nel quartiere per accompagnare per l'ultima volta Berkin, nel percorso che lo porterà al cimitero di Ferikoy. Presenti anche numerosi politici dell'opposizione, specie dal partito del CHP e dell'HDP, mentre dal partito di maggioranza, il partito di Erdogan, è giunto alla fine un messaggio, espresso dal deputato Bulent Arinc: «è stato davvero uno spiacevole incidente. Da ieri, la Turchia tutta è in lutto», estendendo le condoglianze alla famiglia del giovane. Arinc ha inoltre fatto sapere che, in segno di rispetto, i camion che girano per Istanbul per promuovere la campagna elettorale dell'AKP – le elezioni sono previste per fine mese – interromperanno la loro attività.

Al seguito della bara, il padre dell'ottava vittima di Gezi Park ha così voluto salutare il figlio: «il mio Berkin se n'è andato, ma adesso sento di averne milioni intorno a me». Nel frattempo, molte persone hanno organizzato delle barricate lungo il tragitto, mentre le autorità locali fanno sapere che la presenza della polizia è destinata a “porre particolare attenzione nella giornata di oggi”, senza eccedere nella forza. Il parco Gezi è stato invece chiuso al pubblico, per il timore che un corteo potrebbe muoversi in quella direzione dopo il funerale. La tensione ha già accennato ad alzarsi nel quartiere di Mecidiyekoy, attraversato dal corteo funebre, dove si sono verificati timidi attriti con le forze dell'ordine.

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Tanta gente si sta nel frattempo radunando in moltissime città turche, lasciando facilmente temere che anche oggi il paese, vivrà una giornata calda. E non è da escludere un'escalation simile a quella vissuta nove mesi fa. L'unica differenza, che potrebbe giocare un ruolo di buono o di cattivo tempo, sono le imminenti elezioni amministrative. Ma in un paese stanco, ferito e incazzato come si presenta oggi, e da nove mesi, non è davvero possibile fare qualsiasi tipo di previsione logica.

Foto: hurriyetdailynews.com

Dino Buonaiuto (Corrispondente dalla Turchia)