Cronaca

L'Isis ruba la foto di un turista italiano a New York

NUORO, 7 APRILE - Acquisita la tua privacy, ritoccate le tue foto pubblicate sui social e ripostate da qualche jihadista. Singolare? Nient’affatto. Il caso più celebre di furto e ritocco è datato 2015 quando la macchina propagandistica dello Stato Islamico si impadronisce indebitamente di una foto (il bombardamento sulla testa della piccola Cenerentola, ndr) della raccolta ‘War-Toy’ dalla Striscia di Gaza del fotografo Brian McCarty, e sostituisce il soggetto (Cenerentola, ndr) con il vessillo recante la Shahada (la testimonianza di fede, ndr) protetto da una bolla, a fini reclutativi sul web. [MORE]

Meno celebri, dal punto di vista della risonanza mediatica, sono gli sviluppi di una vicenda accorsa ad un turista italiano finito, a sua insaputa, nelle maglie dell’antiterrorismo statunitense per la sua presunta connessione con la jihad e con le minacce a siti sensibili sul territorio Usa. L’indicibile odissea vissuta dall’uomo, un sardo di Nuoro, giunta sino alla stampa nostrana in queste ore, in primis all’Unione Sarda, dopo essere stata lanciata dal quotidiano New York Daily News, è cominciata con lo scatto di un semplice ‘selfie’ dinnanzi al Metropolitan Museum of Art nel gennaio scorso, durante una vacanza nella Grande Mela.

La foto lo ritrae, per via dell’eccezionale ondata di gelo che ha colpito gli Stati Uniti in quei giorni, con un passamontagna nero. Sullo sfondo, tra i passanti e la neve, il celebre museo newyorkese, obiettivo ignaro di un semplice ricordo e niente più. La condivisione in rete della foto, però, risulterà fatidica all’epilogo della contradditoria vicenda. Comparsa tra le ricerche del web, l’immagine postata pare abbia rappresentato un’occasione ghiotta per qualche fine propagandista dell’Isis in cerca di materiale che: la scarica, la ritocca e vi appone, sul passamontagna, la bandiera dello Stato Islamico e la ripubblica, con annesse minacce rivolte agli Stati Uniti. Nei primissimi giorni dell’anno, la pagina Twitter ‘UrgentAlertNews’ riportava un’ultima ora con allegato il ritratto ‘incriminato’: “L’Isis pubblica una foto di quello che sembrerebbe essere uno dei loro sostenitori davanti al Metropolitan Museum”. Si alza la soglia delle probabilità di un imminente attacco terroristico?

Scattano le indagini dell’Intelligence americana che, nel frattempo, acquisisce i fotogrammi della sorveglianza del museo e i movimenti della carta di credito dell’uomo, “identificandolo – comunicano i servizi - all’80%”. “Lo abbiamo rintracciato in tutto il mondo, e al ritorno nel suo paese d'origine, ed in collaborazione con l’Italia (coadiuvati dai Ros dell’Arma dei Carabinieri, ndr), lo abbiamo raggiunto per guardarlo negli occhi” afferma l’agente Bryan Paarmann, Direttore della Divisione Antiterrorismo del FBI a NY. “Quel ch’è emerge è semplicemente un turista coinvolto a suo malgrado. È in possesso di un passamontagna nero? Certamente. Ha il logo dell’Isis? No. L'organizzazione terroristica – sottolinea Paarmann – utilizza e pubblica abbastanza regolarmente le foto generiche della Grande Mela per farle sembrare minacciose. Anche in questo caso, l’Isis ha acquisito l’immagine di una persona innocente per far credere di aver messo nel mirino il Museo”. “Una strategia che mette in chiaro, a mio parere, tutta la loro disperazione” chiosa l’agente. Una vicenda che fa, non poco, riflettere.

Cristian D'Aiello

Fonte foto: Unione Sarda