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Isis: rivelazioni sull'ostaggio americano Kayla Mueller
ROMA, 15 AGOSTO 2015 – Nuove rivelazioni sulla drammatica vicenda di Kayla Mueller, la cooperante statunitense rapita in Siria dallo Stato islamico nell’agosto 2013 e uccisa il 6 febbraio scorso in circostanze ancora da chiarire, in un raid dell’aviazione giordana su Raqqa, secondo la versione del gruppo jihadista, però, non confermata dal Pentagono.[MORE]
La ragazza, 26enne, prima di morire sarebbe stata stuprata “ripetutamente” dal Califfo Abu Bakr al-Baghdadi, il leader dell'Isis, secondo quanto reso noto da ABC News, che ha citato gli stessi genitori di Kayla: «Ci è stato detto - hanno dichiarato Carl e Marsha Mueller - che Kayla è stato torturata, che era di proprietà di al-Baghdadi».
Sul punto, i coniugi Mueller sono stati informati lo scorso giugno dall’intelligence americana, che frattanto aveva raccolto indizi e testimonianze. A sostegno di tale tesi, oltre alle foto del cadavere della giovane americana, con segni evidenti di lividi ed ematomi, probabilmente causati dal Califfo al quale era stata data in “sposa”, arriva anche la denuncia di una detenuta con cui aveva condiviso la prigionia. Si tratta di una yazida quattordicenne, una delle tante ragazze rapite in Iraq per divenire “schiava del sesso”, che però è riuscita successivamente a fuggire, scampando a una tragica sorte.
Nella sua ultima lettera, diffusa dalla famiglia, Kayla Mueller annotava: «mi è stata mostrata la luce nell’oscurità e ho imparato che in ogni prigione si può essere liberi».
Domenico Carelli
(Foto: abcnews.go.com)