Cronaca
Isis, arrestati a Roma due foreign fighters: progettavano attentati
ROMA, 12 MARZO 2016 - Carlito Brigande, di nazionalità macedone, 41 anni e identità celata da una serie di alias quali Makelara, Vulnet, Ramazan Ciu, Darko Stojanoski, Stankov, è uno dei due probabili esponenti dello Stato islamico colpiti stamani da un’ordinanza di custodia cautelare per terrorismo internazionale, richiesta dalla Procura di Roma al termine di un’indagine condotta dai carabinieri del Ros.[MORE]
L’ordinanza è stata notificata anche ad un tunisino 29enne, Firas Barhoumi, foreign fighter che si troverebbe in Iraq. Gli accertamenti sono ancora in corso, spiegano gli investigatori, e al momento la Procura sta valutando la posizione di un altro cittadino macedone, Abdula Kurtishi, arrestato la scorsa notte per evasione da un carcere del suo paese e per possesso di documenti falsi, che sarebbe in contatto con Brigande. Questa mattina, dopo l’esecuzione dell’ordinanza nei confronti di Brigande e Barhoumi (il primo già in carcere e il secondo molto probabilmente in Iraq), sono scattate una serie di perquisizioni. La speranza degli investigatori è di verificare ogni possibile contatto sospetto dei due in Italia. Brigande, notevole criminale ricercato dalle autorità macedoni, è divenuto un jihadista e sarebbe pronto a farsi esplodere per colpire gli “infedeli”. Dai suoi precedenti l’uomo pare essersi inserito tra la criminalità organizzata e Daesh, appoggiando il mondo integralista, le reti di narcotrafficanti e le mafie internazionali.
Brigande è stato individuato quasi per caso, lo scorso 2 Novembre, quando veniva arrestato dai carabinieri della compagnia di Roma centro nell'ambito di un normale servizio di controllo del territorio. L’uomo era ricercato dalle autorità macedoni per “lesioni personali gravi, pericolosità pubblica, detenzione illegale di armi e materiale esplosivo, aggressione a pubblico ufficiale”, ma durante la perquisizione della casa dove si rifugiava, effettuata subito dopo l'arresto, i carabinieri hanno notato alcune lettere scritte a mano, con frasi in arabo, e alcune fotografie che facevano sospettare una sua adesione al radicalismo islamista. Perciò è stato immediatamente coinvolto il Ros, reparto dell'Arma specializzato nelle indagini antiterrorismo, i cui accertamenti materializzatisi in pedinamenti e intercettazioni, analisi di documenti, materiale informatico, tabulati telefonici e telematici, hanno condotto a risultati non indifferenti: le indagini tecniche effettuate dal Ros hanno infatti confermato i sospetti, individuando il contatto del macedone con il tunisino Firas Barhoumi, che già allora si trovava in Iraq come foreign fighter a combattere tra i terroristi dell'Isis.
Brigande sarebbe stato in procinto di partire per l'Iraq per unirsi alle milizie del Daesh, e Barhoumi, come emerge dalle conversazioni tra i due, si sarebbe offerto come volontario per compiere, sempre in Iraq, una missione suicida con un'autobomba contro gli "infedeli". Uno dei messaggi vocali rintracciato dai carabinieri del Ros riporta le parole del tunisino Firas Barhoumi: "prendo una macchina con l'esplosivo dentro per fare un'operazione contro i 'kuffar' (miscredenti (ndr)", messaggio inviato al macedone Carlito Brigande, in Italia, pronto a prendere parte al teatro di guerra iracheno dove, secondo l’accusa, si sarebbe unito ai terroristi dell'Isis.
Luna Isabella
(foto da nbcnews.com)