Cultura e Spettacolo

Irene e Anna sono “Luce serena. Colori di un'anima per un mondo più semplice” (Video)

Irene e Anna sono “Luce serena. Colori di un'anima per un mondo più semplice” 
CATANZARO 27 SETTEMBRE -  «Buonasera a tutti. Ringrazio tutti voi per essere venuti a  questa mostra. Siete molto gentili. Io sono molto contenta…». Non sono queste parole di circostanza, ma sono un saluto colmo d’amore e di tenerezza. A dirle con voce emozionata è Irene Brancaccio, classe 1971, persona Down, in una  sala gremita di amici,  i locali dell’ex-STAC di Catanzaro concessi dal Comune, convenuti ad ammirare i suoi dipinti in ocassione della sua prima mostra espositiva, allestita dalla Parrocchia San Giovanni di cui è parroco proprio il fratello della pittrice Don Francesco Bracaccio, docente e scrittore e per l’occasione moderatore di un evento speciale che lo ha mostrato visibilmente emozionato per i traguardi raggiunti dalla sorella.

Accanto ad ogni tela dei versi molto belli della poetessa e docente Anna Guzzi. Due amiche, entrambe laiche consacrate nell’Istituto Secolare Maria Madre della Redenzione, realtà sorta nel 2006 all’interno della spiritualità del Movimento Apostolico.

Le poesie di Anna non intervengono per compiacere o vezzeggiare lo sforzo di Irene, ma le due “consorelle” si presentano in modo paritario e integrato. L’esposizione infatti è pensata anche per incoraggiare e far emergere il significativo e insostituibile apporto che spesso le persone diversamente abili possono offrire integrandosi all’interno delle normali strutture sociali, e non necessariamente rifugiandosi in spazi e dinamiche loro riservati.

«Ognuno di noi – ha detto a tal proposito la psicologa Marisa Dolce, intervenendo nel dibattito inaugurale – nella sua e per la sua unicità e irripetibilità è diverso dall’altro: questa unicità e irripetibilità, dunque, ci rende tutti diversi. Il mio “fare” è diverso perché il mio “essere” è diverso. Io faccio la mamma, piuttosto che l’impiegata, la maestra o la psicologa ma il mio “fare la mamma è diverso dal “fare” la mamma di un’altra persona perché io sono diversa da un’altra persona, perché io sono unica e irripetibile. L’abilità – continua la psicologa – riguarda il “saper fare” quanto ho appreso ed ho imparato a fare ma il mio “fare” sarà bello se rifletterà il mio essere». Nessuno è disabile ma tutti diversi gli uni dagli altri con doni e talenti che concorrono a disegnare con i colori più belli la vita.

È questo che Irene ha fatto. Ha disegnato la vita con quei colori che lei immagina. Chi visita la mostra, come io ho fatto, chi contempla un quadro della Brancaccio, nota un mondo colmo di gioia e di fede. Si, Irene è una donna gioiosa e con grande fede e la pittura le fa esprimere al meglio tutto ciò. «A me piace dipingere questi quadri – dice. Mi piacciono i colori vivaci, sereni, soprattutto il sole, il tramonto, i paesaggi, perché la vita, la luce, la serenità sono dono di Dio». Affettuoso e commovente è stato il ricordo della sua mamma: «Anche mia mamma dipingeva e qui ci sono quadri che ha fatto anche lei- lei mi ha insegnato tante cose».

Una mostra che vuole essere arricchimento umano, culturale, spirituale e sociale come ha anche sottolineato la poetessa Guzzi che ha poi ribadito: «Il mistero divino è troppo grande perché possa essere imprigionato solo in una forma, in una struttura, in un linguaggio. Esso suscita doni e carismi sempre nuovi senza i quali non sarebbero possibili le mie poesie». C’è poi un forte richiamo nella mostra allo stato di consacrazione delle due consorelle. Mentre Irene le ringrazia e dice: «sono dono di Dio», Anna, invece ricorda che proprio allo sposo celeste  loro appartengono: «è il nostro corpo, prima di tutto che deve diventare un’opera d’arte, l’immagine di un mistero che non si esaurisce nella sola esistenza terrena».

Conclude Irene: «Spero che la mostra vi piaccia…». A me e ai tanti amici la mostra è piaciuta. Io ho assistito ad una “catechesi” non fatta di parole ma una vera testimonianza di fede, di vita, di gioia, di desiderio andare avanti sempre. Irene e Anna integrandosi e interagendo tra di loro, ci hanno mostrato e dimostrato che ognuno di noi è un dono immenso che ciò che può dare all’altro è di inestimabile valore.

L’eterno sotto la figura colorata del mondo (di Anna Guzzi)

Vidi nei campi un girasole,

vicino all’orzo brunito sotto i colpi del sole,

ma feci come non lo vedessi.

Sentii una lacrima che scorreva sulla guancia

Impigliandosi ad un neo improvviso,

ma feci come non esistesse.

Sentii un sorriso pieno

Allargarsi sul mio volto alla vista di un ulivo

Che dava il suo frutto e di un albero pieno di nocciole

Ma feci come non fosse nulla.

Accarezzai la mia coperta di lino

Toccandone i ricami sapienti ma feci come se niente fosse

Sotto le mie mani.

La pietra che pesava sulle mie spalle

Chine, ritorte quasi, allora, si sbriciolò

in una grana di sabbia rosa che corse

a riempire le fenditure e i dirupi calabresi,

corse ad abbassare i colli senza sentieri

se non quelli fatti di rovo e more succose.

Sotto ogni figura – girasole, lacrima, sorriso, coperta – vidi,

allora, esplodere caldo di una luce eterna che li faceva essere

coperta, sorriso, lacrima, girasole:

schegge del mosaico del mondo, da sempre unito alla mano di Dio,

strumenti e non fine,

perché il fine di ogni colorata esistenza è in Dio.

Don Francesco Cristofaro