Estero

Iraq: un Paese che oscilla tra la paura di una nuova guerra e il possibile accordo Usa-Iran

BAGHDAD, 16 GIUGNO 2014 - Le notizie che stanno giungendo in questi giorni dall'Iraq raccontano di un Paese in bilico. Già dilaniata dagli scontri fra Isis e le truppe lealiste, la Nazione irachena vive ogni giorno di più nel timore di una nuova guerra regionale. Per fermare l'avanzata degli estremisti sunniti sono intervenuti oggi anche gli Stati Uniti, dichiarando di essere “aperti a discussioni” con l'Iran, qualora questo possa portare al termine delle violenze e a una maggiore stabilità per l'Iraq.

Come ha sottolineato John Kerry, la potenza americana “non esclude nulla che possa essere costruttivo” e considera praticabile l'uso dei droni da bombardamento. I contatti con gli iraniani dovranno però procedere “passo per passo” e i colloqui potrebbero avere inizio già questa settimana.[MORE]

Circa la possibilità di un attacco iraniano in Iraq è intervenuto anche l’ex vice presidente iracheno Tareq al-Hashimi: “Non permetteremo alcuna interferenza straniera in Iraq- ha affermato- perché si tratta di una questione tutta irachena e gli iracheni possono risolverla da sé. L’interferenza di qualunque parte esterna, soprattutto quelle che usano la forza, sarebbe disastrosa”.

Nel frattempo, gli jihadisti proseguono l'avanzata nel Nord del Paese, conquistando nuove città. Attraverso Twitter,  lo Stato islamico dell’Iraq e del Levante ha annunciato di aver preso il controllo di Tal Afar e di aver liberato “centinaia di prigionieri” dal carcere cittadino. Le forze governative, invece, rafforzano la loro presenza intorno a Baghdad e affermano di aver inflitto numerose perdite all'Isis.

Valentina Vitali

(Foto: www.globalpost.com)