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Foley: fallito blitz per liberarlo. Mogherini avverte: "Nessun Paese immune da rischi"

 WASHINGTON, 21 AGOSTO 2014 – Nuovi elementi sul caso di James Foley, il giornalista freelance americano che è stato decapitato ieri dall’Isis. Il portavoce del Pentagono, l'ammiraglio John Kirby, ha rivelato che a luglio gli Stati Uniti avrebbero lanciato un’operazione per liberare gli ostaggi, tra cui Foley, ma questa è risultata fallimentare perché questi non erano tenuti prigionieri nel luogo preso di mira. Gli Usa, per i quali adesso è stato oltrepassato ogni limite, hanno dichiarato guerra agli estremisti dello stato islamico. L'Isis continua a catturare ostaggi. Il Ministro Mogherini, dopo il via libera delle commissioni parlamentari all'invio di armi ai curdi in Iraq, ha dichiarato in un’intervista che esiste un rischio per tutti i Paesi. 

Le dichiarazioni di Mogherini

''È evidente - ha precisato il ministro - che si tratta di un problema di cui l'intera Europa ha non solo il dovere, ma anche l'interesse a occuparsi. Quello che sta succedendo in Medio Oriente oltre che un'emergenza umanitaria è legato alla sicurezza europea e italiana. L'Is vuole riportarci allo scontro di civiltà tra Islam e Occidente – ha aggiunto -. Ma l'Is è un'organizzazione terroristica che usa la religione per perseguire il proprio disegno sanguinario. L'Islam non ha nulla a che fare con tutto questo e infatti c'è stata una reazione compatta anche del mondo arabo contro chi vuole sterminare yazidi, cristiani e musulmani''.[MORE] 

Il blitz degli Stati Uniti

Kirby in una nota ha riferito che sono state impiegate: “il meglio delle forze militari Usa per tentare di portare a casa i nostri cittadini". All’operazione di luglio hanno preso parte diversi elementi delle forze speciali di quasi ogni arma, e sembra che uno di loro sia rimasto anche ferito. L’incursione era avvenuta con l’ausilio di aerei e droni. I commandos hanno raggiunto a piedi il posto indicato dagli informatori, ma questo non si è rivelato quello giusto: in questo nascondiglio non c’erano Foley e gli altri prigionieri americani. 

La volontà degli Stati Uniti era di non render noto il blitz. La portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Caitlin Hayden, ha dichiarato sulla questione: “Una ampia preoccupazione per la sicurezza degli ostaggi e per la sicurezza operativa rende imperativo che sia mantenuta la massima segretezza possibile". Ma "oggi siamo venuti allo scoperto quando oramai era chiaro che numerosi media si preparavano a riferire dell'operazione e che non avremmo avuto altra scelta che confermare" le notizie.

(foto dal sito www.telegraph.co.uk)

Michela Franzone