Estero
Iraq, centomila cristiani in fuga dopo l'avanzata dei jihadisti. L'appello di Papa Francesco
GENOVA, 07 AGOSTO 2014 - Continua l’ avanzata dei jihadisti, che dopo aver conquistato Mosul nelle ultime ore si sono impadroniti di alcuni villaggi della Piana di Ninive, da sempre zona di appartenenza delle comunità cristiane.
Stanotte gli eserciti del Califfato Islamico si sono diretti verso i territori di Qaraqosh, Kramles, Talkief, Bartalla costringendo la comunità cristiana a mettersi in fuga. Nulla hanno potuto fare, infatti, gli uomini della resistenza dinanzi alla furia dei miliziani jihadisti, che hanno occupato chiese, tolto crocifissi e bruciato antichi manoscritti.
Centomila i cristiani in fuga dall’Iraq
Il cardinale Ferdinando Filoni attraverso un appello rilasciato all’Agenzia Fides ha raccontato il terribile dramma vissuto dalla comunità cristiana: “hanno dovuto abbandonare tutto, persino le scarpe, e scalzi sono stati instradati a forza verso l’area del Kurdistan”. Stando a quanto riportato sarebbero ben 100 mila i cristiani datosi alla fuga finora, anche se nelle prossime ore il numero potrebbe continuare ad alzarsi. Anche il patriarca Louis Sako ha raccontato il “disastro umanitario” andato in scena questa notte: “le chiese sono state occupate, le croci sono state tolte. Ci sono 100.00 profughi cristiani che sono fuggiti con nient’altro che i loro vestiti addosso, alcuni a piedi, per raggiungere la regione di Kurdistan”.[MORE]
A Qaraqost, altra zona di appartenenza della comunità cristiana, a venti famiglie è stato imposto di lasciare la città entro per non rischiare di essere sterminate. Ci si trova dinanzi ad un dramma dalla portata enorme, visto che il Prefetto di Erbil, capitale del Kurdistan iracheno, ha fatto presente che la città non è pronta ad ospitare un esodo di tale portata.
Con la conquista della zona di Piana di Ninive viene meno anche l’idea di realizzare, in questo spazio di terra, una piccola comunità autonoma ed indipendente dove il seme cristiano potesse coesistere senza problemi. Nizar Semaa, sacerdote siro cattolico, ha spiegato al Vatican Insider che al momento non c’è alcuna possibilità di futuro per la comunità cristiana in questa parte di Iraq. La responsabilità è da attribuire in buona parte ai governi occidentali che, spinti solo da interessi puramente economici, hanno praticato il silenzio piuttosto che agire in questi territori.
Una vera e propria catastrofe che necessita dell’intervento immediato del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Infatti, proprio nel pomeriggio, si terrà una riunione d’emergenza per trattare e discutere della delicata questione che si sta generando in Iraq.
L’appello di Papa Francesco
Un appello sentito è arrivato da Papa Francesco. Le sue parole sono un “appello alla comunità internazionale” affinché si ponga fine “al dramma umanitario” in atto in Iraq e ci “si adoperi a proteggere i minacciati dalla violenza e assicurare aiuto agli sfollati”. Parole che puntano non solo alla coscienza dei potenti, ma a quella di tutti affinché il dramma dell’Iraq possa al più presto finire.
Emanuele Ambrosio
(fonte ansa - lastampa - ilmessaggero)
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