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Iran, continuano le proteste: altri 9 morti e più di 400 arresti dopo il sesto giorno di scontri

TEHERAN, 2 GENNAIO - Proseguono le proteste antigovernative in Iran, contro il carovita e la corruzione del regime iniziate lo scorso 27 dicembre. Secondo i media ufficiali il bilancio dopo il sesto giorno di scontri è di almeno 23 morti, nove dei quali nella notte tra lunedì e martedì. [MORE]

Sarebbero circa 450 i manifestanti arrestati da sabato scorso, riferisce il vicegovernatore per la sicurezza di Teheran, Ali Ashgar Nasserbakht, citato dall’agenzia semiufficiale iraniana Ilna. Tra i fermati anche la ragazza che si era tolta il velo per protesta.

Le forze di sicurezza hanno respinto "dimostranti armati" che cercavano di prendere d'assalto stazioni di polizia e basi militari. Il capo della Corte Rivoluzionaria della provincia di Teheran, Moussa Ghazanfarabad, ha affermato che alcuni arrestati potrebbero essere accusati di 'Moharebeh' ("guerra contro Dio"), un reato che prevede la pena di morte.

Si tratta degli scontri più duri avvenuti in Iran dal 2009, quando la popolazione scese in massa nelle strade per protestare contro l’elezione del presidente Mahmoud Ahmadinejad. Il presidente in carica, Rouhani diversamente dal suo predecessore ha riconosciuto in televisione il diritto a manifestare evitando però la violenza. "Il popolo iraniano è libero di manifestare", purché le proteste "siano autorizzate e legali" e che non si trasformino in violenza. "Una cosa è la critica - ha sottolineato - un’altra la violenza e la distruzione della proprietà pubblica". Rouhani ha tuttavia ammesso che il popolo non è solo preoccupato per motivi economici, ma anche "per la corruzione e la trasparenza".

Le autorità hanno bloccato, anche se "solo temporaneamente", l'accesso ai social network e app di messaggistica, in particolare Telegram e Instagram, usati dai manifestanti per organizzare le manifestazioni. Ma le misure finora adottate non sembrano aver placato le proteste.

 

Giuseppe Sanzi

(fonte immagine mysanantonio.com)