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Iran: ancora scontri in piazza e spari sulla folla; uccisi diversi manifestanti anti-governativi

TEHERAN, 1 GENNAIO – Non si placano le proteste anti-governative in Iran, dove gli strati sociali meno elevati della popolazione sono praticamente da quattro giorni in rivolta, puntando il dito contro un costante innalzamento del costo della vita ed una corruzione galoppante nella Repubblica Presidenziale del Paese mediorientale, ma anche contro l’assenza di politiche atte a far fronte alla gravissima situazione della disoccupazione giovanile. [MORE]

La televisione di Stato ha riportato che almeno dieci persone sono state uccise in questi giorni, ma sono stati segnalati anche trecento arresti fra Teheran ed Arak, dove peraltro dodici agenti di polizia sono rimasti feriti negli attacchi all’ufficio del Governatorato locale. Il principale focolaio di protesta si trova però nella città di Izeh, nella provincia di Khuzestan nel sud-ovest del Paese, laddove altre due persone sarebbero state fucilate questa mattina dalla “Guardia della Rivoluzione” e vi sarebbero molti feriti sempre a causa degli scontri, mentre altri uomini sarebbero stati arrestati per detenzione di materiale esplosivo, secondo quanto riferito dal Deputato iraniano Hedayatollah Khademi all’agenzia di stampa locale Ilna.

A Doroud, nella provincia occidentale di Lorestan, sarebbe stato fornito dal Governatore un bilancio ufficiale delle vittime delle proteste: si parla di quattro persone rimaste uccise e sei ferite; sarebbero poi stati danneggiati o dati alle fiamme molti edifici governativi, banche e luoghi religiosi. Secondo il Governatore, ad aprire il fuoco contro i manifestanti non sarebbero stati i poliziotti, ma uomini in borghese che avrebbero poi sparato anche contro le forze dell’ordine e le stazioni di polizia.

Tutte le autorità iraniane, anzi, sostengono che nessun proiettile sarebbe stato sparato sulla folla dalla polizia o da altre forze di sicurezza, nonostante molte manifestazioni non fossero state autorizzate. Diversi Governatori locali hanno dichiarato alla stampa iraniana che alcuni raduni e cortei, in diverse città, siano iniziati in modo pacifico, ma sarebbero sfortunatamente sfociati in un bagno di sangue a causa della presenza di ostili agitatori e facinorosi. Del resto, il Presidente iraniano Hassan Rouhani, nel primo discorso tenuto alla sua Nazione da quando sono iniziate le proteste, ha ricordato che “il popolo iraniano è sicuramente libero di manifestare, ma deve farlo entro i confini della legalità”.

Rouhani ha poi attaccato il Presidente degli Stati Uniti Trump, le cui dichiarazioni interferirebbero con le attività governative delle autorità iraniane, ma soprattutto perché avrebbe definito più volte il popolo iraniano come “un popolo di terroristi”. In effetti, proprio Trump, commentando su Twitter la notizia delle manifestazioni in Iran, ha gettato ulteriore benzina sul fuoco, affermando che secondo la sua opinione “la gente ha finalmente capito che i propri soldi ed il proprio benessere vengono sperperati per il terrorismo”. Ha inoltre aggiunto che “gli USA vigileranno su eventuali violazioni dei diritti umani”; a tal proposito, anche la portavoce della Casa Bianca, Sarah Sanders, ha dichiarato che “il Governo iraniano dovrebbe rispettare i diritti del suo popolo, incluso quello di espressione. Il mondo sta guardando”.

 

Francesco Gagliardi

 

Fonte immagine: al-ayyam.info