Ion Ionescu, barbone ed etilista di 55 anni ucciso da due connazionali poteva essere salvato?
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Sanremo, 23 Maggio-Ormai tutto sembra essersi chiarito. Sarebbe stato ucciso al culmine di una lite scoppiata per motivi futili, probabilmente per il diritto a scegliersi il giaciglio migliore ove trascorrere la notte alla foce del Torrente San Francesco nell'area portuale cittadina, Ion Ionescu di 55 anni il barbone romeno etilista e con problemi di deambulazione, trovato morto in pieno centro a Sanremo, a due passi dai lustrini del Teatro Ariston, quello del Festival della Canzone italiana a mezzodì di Venerdì scorso.[MORE]
Sarebbe stato ucciso, colpito violentemente al capo con le stampelle con cui si reggeva in piedi, da due suoi connazionali, il trentaquattrenne Niculea Pansite ed il ventisettenne Ciprian Cosmin Donea, pure loro etilisti e dalla vita raminga e, per giunta, con probabili tare mentali. Quando sono stati fermati dagli agenti del Commissariato di Polizia di Sanremo indossavano ancora abiti sporchi di sangue. Probabilmente non si erano neanche accorti di aver ucciso il loro amico dal momento che mentre questi agonizzava loro hanno continuato a dormirgli accanto. Solamente nella mattinata di Venerdì scorso, al risveglio, hanno realizzato di averlo ucciso ed hanno tentato la fuga senza però mettere in atto tutti quei tentativi che solitamente un omicida compie per cercare di sviare le indagini. Alla discussione, propedeutica all'omicidio, tra Ionescu ed altri disperati immigrati romeni ha assistito una coppia di connazionali della vittima e dei presunti assassini, che abitano nei pressi. Se i due testimoni romeni avessero subito chiamato la Polizia od i Carabinieri forse l'omicidio si sarebbe evitato e per questo motivo ora le indagini cercheranno di approfondire pure questo aspetto, per capire se non sia il caso di incriminare la coppia di incensurati, finora, lavoratori romeni per omesso soccorso.
Sarà comunque l'autopsia, eseguita nella questa mattina presso l'obitorio del Cimitero Armea dalla Dottoressa Simona Dal Vecchio, medico legale imperiese, e di cui si attendono i risultati, a stabilire le esatte cause della morte e la dinamica dei fatti. Dall'esito dell'esame autoptico il Sostituto procuratore di Sanremo, Marco Zocco, deciderà con quale capo di imputazione incriminare Pansite e Donea. Intanto il Gip di Sanremo, la dottoressa Leopardi, ha confermato l'arresto. Non si esclude neanche, allo stato attuale dei fatti, che all'aggressione abbiano partecipato altri soggetti quali i molti spacciatori tunisini che al calar delle tenebre frequentano la zona per dar vita ai loro loschi traffici.
I romeni, infatti, sono in genere disprezzati non solo, come si pensa, dagli autoctoni ma pure, e forse in misura maggiore, dagli altri stranieri che vivono a Sanremo pur se con una fedina penale alta come una montagna. In città gli immigrati dal paese neo- comunitario sono circa settecento e recentemente, superando quantitativamente la comunità albanese, rappresentano la seconda nazionalità residente dopo quella marocchina. Ad essi, residenti legali, si devono aggiungere poco più di una trentina di persone cosiddette “ border – line”. Campano di espedienti: piccoli furti, accattonaggio, prostituzione nei locali notturni o sui marciapiedi delle periferie cittadine. Parecchi di loro sono il risultato della cosiddetta “ Generazione Ceausescu”, nati quando in patria il regime vacillava alla fine degli anni ottanta od all'inizio degli anni novanta quando la nuova Romania democratica timidamente muoveva i primi passi. Sono cresciuti in anni terribili, anni in cui dalle parti di Bucarest c'era la fame vera e le privazioni erano molte. Parecchi di loro non hanno mai conosciuto il calore di una famiglia e sono diventati grandi o nelle fogne delle maggiori città romene o negli orfanotrofi del loro paese, veri e propri lager per minori. In loro non c'è alcuna legge morale e per campare ogni espediente è giustificato: pure l'assassino o la mercificazione del loro corpo.
A Sanremo, come nel resto d'Italia la gran parte delle prostitute proviene dalle zone più povere delle città e delle campagne romene come del resto buona parte dei senzatetto. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare non tutti, tra di loro, sono di etnia zingara ma tantissimi sono invece i romeni purosangue. Sono il frutto malato di quella dittatura “ da clinica psichiatrica”, come ebbe a definirla uno dei maestri del giornalismo italiano, che fu la Romania di Ceausescu.
L'altra Romania, quella della gente che vive nelle legalità e che è immigrata in Italia per vivere onestamente, si vergogna di queste persone e le lascia al loro tristissimo destino. E' per questo motivo che nella notte tra giovedì e venerdì scorso quella coppia di romeni regolari ha preferito abbandonare quegli ubriaconi loro connazionali ad un tragico e disperato destino sì da dichiarare ai giornalisti accorsi sul luogo della tragica morte di Ionescu che “ non si può disturbare la Polizia ogni sera per colpa di quei quattro barboni nostri connazionali che litigano sempre”.
Sergio Bagnoli