Cultura e Spettacolo
#Ioleggoperchè nelle scuole con i romanzi di Ruggero Pegna domani ad Acri e sabato a Rende
Continua il viaggio dei romanzi di Ruggero Pegna, produttore e promoter calabrese di grandi eventi musicali tra i più noti, con l’altro volto di sorprendente autore e scrittore: dalla poesia, alla satira, a diversi romanzi attualissimi e di successo, introdotti in diverse scuole e presentati in numerose rassegne letterarie. Nonostante vari impegni con la sua attività, Pegna sarà domani alle ore 10:00 a Palazzo San Severino di Acri su invito della dirigente dell’ I.T.C.G.T. G.B. Falcone, Elena Gabrielli, nell’ambito dell’iniziativa nazionale #Ioleggoperchè a favore delle biblioteche scolastiche. Sabato 18 novembre, invece, l’appuntamento è all’ Istituto Comprensivo Falcone di Rende Quattromiglia su invito della professoressa Maria Paola Bilotta.
“Incontrare studenti e parlare dei temi dei miei romanzi, storie di umanità di grande attualità come quelle dei migranti e degli emarginati, raccontate nel Cacciatore di meduse, oppure storie di adozione e del mistero stesso della vita, come nella Stanza di Adel, non è semplice ma è sempre emozionante. A volte, i ragazzi che leggono i miei libri mi sorprendono, per chiavi di lettura personali inattese e, soprattutto, per l’interesse e l’attenzione verso temi complessi, molto diversi dalle letture commerciali proposte da editori anche importanti.”.
Nei vari incontri, le storie dei suoi romanzi quasi s’intrecciano tra loro, mettendo insieme fede, realtà, toni a volte fiabeschi e una vena poetica sempre presente.
Dopo aver raccontato in “Miracolo d’Amore” (Rubbettino) la storia della sua improvvisa leucemia e della miracolosa guarigione “grazie al trapianto di midollo di una ragazza americana e alle preghiere di Natuzza Evolo”, Pegna ha toccato il tema della pena di morte in “La penna di Donney” e quelli del razzismo e dell’integrazione nel bellissimo e toccante “Il cacciatore di meduse” (Falco Editore), storia di un piccolo migrante somalo sbarcato con la madre a Lampedusa, consigliato a tutte le scuole perfino dalla World Social Agenda sul tema “Migranti e Diritto al futuro”.
In un momento storico segnato da episodi d’intolleranza e di odio, “Il cacciatore di meduse” parla di sentimenti, di uguaglianza tra uomini di ogni fede, razza e colore, del valore del rispetto verso gli altri e di ogni diversità, sottolineando la ricchezza della contaminazione tra diverse culture. Un romanzo che arriva dritto al cuore di lettori di ogni età, una grande storia d’amore incastonata nella storia mondiale degli ultimi anni, dall’elezione di Obama, primo Presidente americano di colore, all’appello di Papa Francesco alla Comunità Internazionale dopo l’ennesima strage di migranti nel Canale di Sicilia del 18 aprile 2015.
Con “La stanza di Adel” (Santelli), ultimo romanzo pubblicato, in cui ancora una volta è la realtà a trasformarsi in romanzo, ha scelto invece di addentrarsi nel delicato tema dell’adozione che s’intreccia a quello dell’essere genitori, della famiglia e dei figli, dell’esistenza stessa. Una storia di particolare attualità, che stride con le cronache di guerra di questi giorni, anche perché la protagonista è proprio Adeliya, una bimba russa adottata da genitori italiani.
“L’adozione è un modo naturale come qualsiasi altro per essere genitori e figli, un ritrovarsi meraviglioso voluto dal destino o da Dio, a secondo della propria fede”, afferma Pegna, animato dal desiderio di trasmettere ancora una volta forti emozioni legate a storie vere, seppure trasformate in romanzo dalla sua penna assolutamente originale.
Tutti romanzi da non perdere per chi volesse emozionarsi con avventure umane fantastiche raccontate con sensibilità, delicatezza e poesia. Libri capaci di avvicinare il lettore ai sentimenti più forti e, forse, di contribuire a dipanare ogni dubbio sulla diffidenza con cui si guarda troppo spesso ai temi dei migranti o delle adozioni. Romanzi avvincenti e coinvolgenti, dedicati a tutti i bambini in un momento di grande sofferenza in molti luoghi del mondo, come scrive l’autore nella dedica d’apertura de La Stanza di Adel: “Ai bambini che siamo stati, a quelli che verranno, a quelli abbandonati, vittime innocenti di guerre, violenze o abusi, a quelli indesiderati o mai nati…”.