Interviste

L'intervista. Lara Comi difende il Cav: «E' candidabile». Sulle quote rosa rimarca:«Riserve indiane»

MILANO, 18 MARZO 2014 - «Forza Italia non un’operazione nostalgica, è un ritorno al futuro. Il nostro partito vuole meno tasse, meno spesa pubblica, meno debito, meno Stato, meno burocrazia. Dunque più individuo, più impresa, più merito, più libertà, più ‘giustizia giusta’, più sussidiarietà, più difesa della famiglia. La sua identità è ben precisa».

E’ una macchina da campagna elettorale, Lara Comi, l’eurodeputata di Forza Italia, una di quelle che non vuole mai essere confusa con l’establishment femminile di Silvio Berlusconi, quello famoso per le cronache mondane, perchè lei sta a Bruxelles e non ad Arcore. Ora, tra una presenza in TV ed una sede di FI da inaugurare nei suoi territori, tra la sua gente, quella gente che nel 2008 le consegnò in mano 65mila preferenze, le abbiamo rivolto qualche domanda.

On. Comi, lei rispondendomi dice che Forza Italia non è “un’operazione nostalgica”. Il suo ex collega di partito (il delfino spiaggiato Alfano) vi ha definiti una compagine senza un carattere politico.

«Certe frasi sopra le righe sono spesso solo un sintomo delle fibrillazioni elettoralistiche, la campagna per le Europee, del resto, è già aperta. L’ampio consenso dimostrato dai sondaggi e il grande entusiasmo che riscontriamo sul territorio con l’apertura dei Club dimostrano che Silvio Berlusconi ha colto nel segno quando ha lanciato questo progetto».

Il progetto Forza Italia è forte della figura di Berlusconi, certo, ma l’elettorato della destra italiana, può ancora credere nel famoso polo moderato che fu prima la Casa delle Libertà, poi il Popolo delle Libertà e che adesso invece è in frantumi ed è vittima di queste aspre battute tra il suo Leader ed il Capo del Nuovo Centro Destra? E soprattutto, non c'è più possibilità di ritornare in coalizione insieme (FI e NCD) per le politiche?

«Il centrodestra italiano è la parte politica in cui si riconosce la maggioranza degli italiani. Io credo che questo progetto sia ancora valido e vincente. Lo stesso Alfano ha più volte rimarcato che il polo dei moderati è la casa dell’Ncd, che si sente alternativo alla sinistra».

La Lega Nord certo non potrà più stare in coalizione con un polo moderato. Le posizioni economiche tra voi ed il carroccio sono sempre più distanti. Lei che è un'eurodeputata attiva anche su temi economici, come vede e come commenta la spinta euroscettica e populista di Salvini, cosa vorebbe dire oggi per l'Italia stare fuori dall'Euro?

«La partita in gioco per le prossime elezioni Europee del 25 maggio 2014 sarà tra i sostenitori NO EURO e chi, da europeista, chiederà un cambio di passo all’Europa stessa. Quando in passato era solo il presidente Berlusconi a sollevare la centralità della questione europea, molti storcevano il naso, salvo oggi ricredersi. Temi come l’elezione diretta del presidente della Commissione Ue, una politica estera unica, l’armonizzazione dei sistemi di tassazione, gli eurobond, il superamento ‘in maniera intelligente’ del tetto del 3% nel rapporto deficit/Pil, la modifica dei compiti della Banca Centrale europea sul modello della Fed, una strategia europea per l’occupazione dei giovani debbono costituire i punti per una svolta nell’agenda europea. Occorre un’Europa meno burocratica che accolga maggiore partecipazione dei cittadini. Altrimenti si rischia di fare il gioco dell’euroscetticismo”.

Lei sarà ricandidata alle prossime elezioni europee? Berlusconi, notizia di ieri, non sarà candidabile, anche se in questi giorni sta arrivando una forte spinta anche da suoi colleghi affinché il Cav. compaia nelle vostre liste. Come commenta la scelta di candidare una persona per legge non candidabile, sollevando così il rischio di illegittimità delle vostre liste? E' una strategia di vittimismo?

«Berlusconi è stato oggetto di un accanimento giudiziario che non ha precedenti. Io credo che abbia tutto il diritto a candidarsi alle Europee, ci sono anche illustri costituzionalisti che sostengono questa tesi. Noi abbiamo sempre sostenuto l’illegittimità della legge Severino applicata a Berlusconi e che la retroattività viola i principi della Convenzione europea dei diritti dell’uomo».

Nel frattempo, mentre si continua a parlare della candidabilità di Berlusconi, Renzi sta cercando di portare avanti alcune riforme: scuola, fisco, lavoro.

«Ci sono anche cose buone, ma non è certo quella la cura choc di cui avrebbe bisogno l’Italia per una ripresa economica. Non basta dare 80 di euro in più in busta paga ad alcune categorie di lavoratori (le partite Iva, per esempio, sono escluse), o allargare la platea di chi beneficia del sussidio di disoccupazione. Tanto più che quei soldi rischiano di essere bruciati da altri aumenti come quelli sulla casa con la Tasi, o sul risparmio. Il lavoro, comunque, non viene creato per decreto. Se le aziende non hanno commesse non possono assumere. Detto questo, ci sono anche dubbi sulle reali coperture».

Qualche giorno fa, alla Camera, si è discussa la riforma della Legge Elettorale, infine varata senza il provvedimento sull'alternanza di genere obbligatoria. Lei, a differenza di molte sue colleghe, era contraria, perché?

«Una donna dovrebbe essere considerata una risorsa per la politica o per l’economia per quello che vale. Io credo pertanto nel principio meritocratico, le quote rosa mi sono sempre sembrate una sorta di riserva indiana. Anche il Parlamento europeo, nell’ultima plenaria, a Strasburgo, ha bocciato a maggioranza un rapporto, firmato dalla portoghese della Sinistra unitaria Ines Cristina Zuber, che ne chiedeva l’introduzione”.

A proposito di donne, pensa ancora che incaricare una donna incinta, mi riferisco al Ministro Madia, non sia stata una scelta giusta? Ha scatenato un bel po' di polemiche la sua dichiarazione in merito.

«Rivolgo un sincero in bocca al lupo al ministro Madia: la gravidanza è un bellissimo evento che spero coinvolgerà anche me nei prossimi anni. Ho solo rilevato che quando si è all'ultimo mese ci sono certe limitazioni da rispettare, ad esempio non si può prendere l'aereo. Questa condizione potrebbe creare qualche problema con il calendario pressante stilato dal premier Renzi il cui obiettivo, ad aprile, è proprio la riforma della Pubblica amministrazione. Io ho detto quelle cose anche a difesa del Ministro che ha tutto il diritto di non subire stress in questo particolare e gioioso momento». [MORE]

Sergio Sulmicelli