Politica
Intervista a Manlio Di Stefano: Brexit, Referendum e vittoria M5S a Roma e Torino
ROMA - Manlio Di Stefano, deputato della Repubblica, capogruppo del Movimento 5 Stelle in III Commissione Affari Esteri e Comunitari e delegato italiano presso il Consiglio d'Europa, spiega ad InfoOggi quali scenari potrebbero venire a crearsi in Europa a seguito della Brexit, quali saranno i primi impegni del M5S a Roma e Torino e cosa potrebbe accadere al Belpaese dopo il Referendum di ottobre.
Quali potrebbero essere le conseguenze a medio-lungo termine della Brexit sulle economie dei Paesi dell'Ue? Che tipo di ripercussioni saranno avvertite in Italia?
Le ipotesi sono molte e tanto terrorismo mediatico è stato creato prima e dopo il voto del popolo britannico. C'è il Fondo Monetario Internazionale che dopo aver sbagliato tutte le previsioni possibili e immaginabili sulla Grecia per giustificare l'austerità vede nero, e c'è chi come il Mises Istitute che ha diffuso rapporti sui notevoli vantaggi per il Regno Unito dopo la Brexit. In realtà è difficile fare previsioni su quel che accadrà con esattezza al Regno Unito. Quel che è certo è che la popolazione britannica ha preso una decisione consapevole, in piena libertà e sovranità. E per questo va, al contrario di quello che è accaduto in Grecia, rispettata senza nessuna ingerenza esterna.
Ritiene che sia possibile uscire dall'Euro? Se la Gran Bretagna ha avuto problemi solo uscendo dall'Ue non rischiamo di averne di più con un'uscita dall'Euro?
Nel corso della storia si sono verificate decine e decine di smebramenti di unioni monetarie. Certo che si può uscire dall'euro e certo che ci sarebbe vita oltre l'euro. La situazione attuale non è sostenibile per i paesi dell'Europa del sud costretti ad una deflazione salariale continua per poter mantenere in vita la moneta unica. Questa insostenibilità sta mettendo in discussione diritti sociali che avevamo considerato fino a pochi anni fa come conquiste ormai irrinunciabili. Il caso della Grecia, topo da laboratorio della Troika anche per gli altri paesi della zona euro, è la dimostrazione di come euro e austerità siano due facce della stessa medaglia. Noi come Movimento 5 Stelle abbiamo proposto anche la creazione di un'organizzazione tra i paesi dell'Europa del Sud per rompere la gabbia dell'austerità sui principi di cooperazione, solidarietà e rispetto della sovranità dei singoli paesi membri, con un modello compensativo e non depredatorio come quello dell'attuale Unione Europea. Quella della zona euro è una situazione economica collassata più volte (e lo vediamo da ultimo con la situazione bancaria italiana), tenuta in vita in modo artificiale dalla Bce che ha drogato il sistema con immense bolle finanziarie speculative.
Il vincitore morale della Brexit, Nigel Farage, si è dimesso dall'Ukip. Juncker sostiene che "i patrioti non si dimettono quando le cose vanno male". Cosa avrebbe spinto Farage ad abbandonare la guida del partito?
Non ho altre informazioni rispetto alle dichiarazioni ufficiali di Nigel Farage, vale a dire che ha considerato esaurito il suo mandato una volta raggiunto l'obiettivo storico della sua carriera. [MORE]
In Europa è cambiata la percezione del M5S, inizialmente definita come una formazione euroscettica e populista?
Il populista è colui che ha sempre voluto far credere alle popolazioni che il continente Europa, la sua storia, la sua cultura e i suoi valori, coincidessero con l'Unione Europea o peggio ancora con una moneta, l'euro. Sono queste persone i veri populisti ed i veri euro-scettici. Non certo il Movimento 5 Stelle.
Il M5S conquista Roma e Torino. Quali saranno gli impegni nei confronti dei cittadini? Verrà attuato il Reddito di Cittadinanza?
I cittadini romani e torinesi hanno votato un programma. Il compito di Virginia Raggi e Chiara Appendino è quello di attuare quel programma nelle rispettive città. Le priorità romane ad esempio sono i rifiuti, la mobilità e la trasparenza nella pubblica amministrazione.
Durante la Direzione del Pd, Renzi ha lanciato un duro affondo nei confronti delle opposizioni accusandole di demagogia e ha asserito che se "una persona non ce la fa non ha bisogno soltanto di un assegno". Era un implicito riferimento al Reddito di Cittadinanza?
Il Reddito di Cittadinanza è il primo punto del nostro programma con il quale ci siamo presentati alle politiche del 2013. E’ immediatamente diventata una proposta di legge, dalle coperture verificate e approvate dalla Commissione bilancio, fino ad oggi depositata in Parlamento e mai calendarizzata in aula. La calendarizzazione viene stabilita dalla maggioranza. Ora mi sembra evidente l’impossibilità, da parte del Governo, di approvare una manovra che prevede tra le altre cose: tagli all’editoria, riduzioni delle pensioni d’oro, tagli alle spese militari, aumento dei canoni per la ricerca di idrocarburi in Italia, soppressione di enti inutili, ecc. Solo una forza parlamentare è così libera da poter realizzare tutto ciò: il M5S.
Lo stesso Matteo Renzi ha sostenuto che la sua permanenza al governo dipenderà dall'esito del Referendum di ottobre. In caso di vittoria del 'No', cosa accadrà all'Esecutivo e alla riforma costituzionale?
Innanzitutto non bisogna dimenticare che la corte costituzionale si pronuncerà sull’Italicum. Se quest’ultimo dovesse essere ancora una volta incostituzionale, occorrerà modificare ancora una volta la legge elettorale, di conseguenza il referendum slitterebbe ulteriormente. In caso di vittoria del NO la Costituzione italiana sarebbe salva, ed è quello che ci auguriamo. In tal caso, se fossimo in un Paese normale, il premier che ha promosso la riforma dovrebbe dimettersi ma, certe volte, dimentico che qui siamo in Italia e che il premier si chiama Renzi.
Luigi Cacciatori
Immagine da manliodistefano.it