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Intervista alla madre di Simone Pedron, 17enne scomparso dalla provincia di Varese

VARESE, 31 OTTOBRE 2013 - Simone Pedron, diciassettenne, si è allontanato dalla sua abitazione di Brebbia (Varese) in data 22 Agosto. Secondo una segnalazione giunta alla redazione di "Chi l'ha visto", sembra che il giovane possa essersi recato in Spagna.

La famiglia si sta muovendo in modo discreto, per evitare che Simone Pedron possa spaventarsi a seguito di un forte impatto mediatico. Per questa ragione, la madre, Maria Rosa Corda, ha chiesto espressamente di non esporre in pubblico la fotografia del ragazzo.

Intervista a Maria Rosa Corda, madre di Simone Pedron[MORE]

Simone ha mai manifestato il desiderio di andare via da casa?
«Si, varie volte ha manifestato la volontà di andare a vivere da solo».

Erano presenti dei conflitti familiari, che sono tipici nella fase adolescenziale?
«Niente di allarmante: vi era qualche conflitto per via della scuola, ma non poteva sicuramente decidere di andare via per questo. Simone ha un carattere forte e sa che, qualora avesse deciso in modo fermo di terminare gli studi, lo avrebbe ottenuto. Per questa ragione, difficilmente Simone si è allontanato per questioni legate allo studio o al rapporto con la famiglia: sa quanto lo amiamo e sa anche che siamo pronti ad andare a prenderlo in qualunque momento, in ogni luogo».

La bicicletta di Simone è stata trovata nei pressi della fermata dell'autobus che va da Brebbia a Varese, ma vi è giunta una segnalazione dalla Spagna. Qualcuno potrebbe averlo ospitato a Varese, prima che si spostasse?
«Conosce qualche persona a Varese, ma riteniamo che abbia subito preso un altro pullman e si sia diretto altrove, forse in Spagna».

Cosa vi è stato riferito in merito all'avvistamento in Spagna?
«Una segnalazione è giunta alla redazione di "Chi l'ha visto?", ma non è stata confermata. Qualcuno ha riferito di aver incontrato un ragazzo somigliante a Simone, che però si presentava con un altro nome. Sembra possibile che la persona che ha fatto la segnalazione abbia scattato una fotografia del giovane somigliante a mio figlio, ma non mi è stata mostrata poiché non sono riuscita a mettermi in contatto con il segnalatore».

E' possibile che Simone si trovi effettivamente in Spagna?
«Si, è possibile. Circa un anno fa, al mare, ha conosciuto un ragazzo che gli ha parlato del Cammino di Santiago e lui ne era molto entusiasta. Ne parlava spesso ed era da tempo che voleva andare, tanto che organizzò la partenza con un'amica, tempo fa, ma poi non è stato possibile partire. Il segnalatore ha specificato che un ragazzo somigliante a Simone si trovava nelle vicinanze di Foncebadon e Ponferrada, che fanno parte del Cammino di Santiago».

Cosa vi dicono gli amici ed i compagni di Simone?
«Anche gli amici "storici" di Simone sono senza parole. Nessuno sa niente».

Come vi state muovendo per ritrovare Simone?
«Abbiamo creato una pagina Facebook e contattato vari alberghi che si trovano nelle vicinanze del Cammino di Santiago. Tra telefonate e contatti sul web abbiamo parlato con il personale di circa trecento esercizi alberghieri, ma nessuno, fino ad oggi, ha riconosciuto Simone. Esistono dei posti, però, che ospitano i pellegrini e che non effettuano alcuna registrazione».

Siete in contatto costante con la Polizia?
«Si, sono state avviate diverse indagini e sono state allertate le Polizie internazionali. Chi  incontra Simone, anche all'estero, può rivolgersi alla Polizia locale».

Come si deve comportare chi avvista Simone?
«Chiunque incontri Simone chiami immediatamente la Polizia, possibilmente senza farsi notare dal ragazzo e, magari, cercando di fargli perdere tempo affinché le autorità arrivino sul posto. Chiamandolo per nome o facendogli capire di essere stato riconosciuto, potrebbe spaventarsi dell'impatto mediatico».

Come possono aiutarvi i lettori?
«Divulgando i dati di Simone, ma in privato. Chiediamo la cortesia di non appendere volantini in giro, ma eventualmente di consegnarli agli albergatori, o ai titolari di esercizi commerciali, affinché possano consultare la fotografia di Simone, ma senza affiggerla. Mio figlio, entrando per esempio in un negozio e notando il volantino, potrebbe spaventarsi della situazione e dunque si otterrebbe l'effetto contrario. Lui sa che ha tutti i mezzi per contattarci e per tornare a casa. Se ancora non ci ha chiamato, è perché, sicuramente, ancora non vuole farlo. Per questo motivo chiediamo la massima discrezione in merito alla diffusione della sua fotografia e dei suoi dati».

Vuole fare un appello?
«Vorrei sapesse che qualunque cosa è risolvibile se non, addirittura, già risolta. Sappiamo tutto di lui ed è tutto già risolto. Può chiamarci in qualunque momento, sa che siamo pronti ad andare a prenderlo ovunque si trovi e che la sua famiglia gli vuole bene».

Per aiutare la famiglia di Simone Pedron:
-Non affiggere volantini, ma consegnare in privato, ai titolari di esercizi commerciali ed alberghi la fotografia ed i dati di Simone.
-E' possibile prendere visione degli aggiornamenti tramite la pagina Facebook gestita dai familiari di Simone (link).
-In caso di avvistamento, allertare immediatamente la Polizia locale (le Polizie internazionali sono state messe in allerta). Se possibile, specificare che ad occuparsi del caso è la Seconda Squadra Mobile della Questura di Varese, tel. 0332.801111 .

(In foto Simone Pedron, da Facebook.com)

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Alessia Malachiti