Aaron pensieri a 4 zampe
Intervista alla Dott.ssa Lara Picchi: "Educare un cane vuol dire arricchire la propria vita"
FERENTINO (FR), 18 APRILE 2016 - Lara Picchi, laureata nel 2012 in Tecniche di Allevamento del Cane di Razza ed Educazione Cinofila presso l'Università degli Studi di Pisa, è fondatrice e titolare della scuola cinofila "L’Antica Amicizia", sita nel comune di Ferentino, zona stazione, in provincia di Frosinone. Con lo scopo di accrescere e migliorare le proprie competenze in materia cinofila, la dottoressa Picchi ha partecipato a diversi seminari tra i quali: "Aggressività del Cane: cause, diagnosi, trattamento e prevenzione" (relatore Dr. Jaume Fatjò), "La comunicazione del Cane" (relatore Angelo Vaira), "Origine e prevenzione dei problemi comportamentali dei cuccioli" (relatore Gwen Bailey), "I Segnali di calma nel cane" (relatrice Turid Rugaas), "Il cane guida per ciechi: metodologie di selezione e di addestramento" (Scuola Cani Guida per Ciechi di Scandicci - F i -), "L'apprendimento nella terapia comportamentale degli animali d'affezione" (relatore Dr. Angelo Gazzano).
Dottoressa Lara, ci potrebbe indicare cosa significa educare un cane ed i benefici di un corretto approccio educativo ai fini della convivenza con l'essere umano?
Educare un cane vuol dire arricchire la propria vita, poterla condividere a 360 gradi con una specie che continua a stupirci e a meravigliarci, giorno dopo giorno, con la sua sensibilità, intelligenza, rispetto, pazienza e amore nei nostri confronti e di tutto il genere umano.
Educare il proprio cane vuol dire aiutarlo ad essere ben inserito nella nostra società, insegnargli a stare insieme alle persone adulte e ai bambini (socializzazione) e a come interagire con loro.
Educare vuol dire anche non dover lasciare a casa il cane quando si va in vacanza o durante le passeggiate domenicali a causa della sua irrequietezza e maleducazione. Un cane che non sa gestire la propria eccitazione tira a destra e a manca, salta addosso alle persone, abbaia frequentemente e può abbaiare agli estranei se non abituato alla presenza di altri individui oltre a quelli appartenenti alla famiglia e, solitamente, distrugge tutto ciò che gli capita a tiro.
Educare il proprio cane vuol dire poter condividere con lui tutto, senza rinunce. E’ molto importante anche come viene educato: bisognerebbe sempre ricordarsi che il cane è un essere vivente che prova emozioni come gioia, dolore, felicità, irritazione. Un approccio gentile, basato sul rispetto e fiducia reciproca, stimola attività positive che fanno sì che il cane sia "predisposto" a lavorare con noi. Collaborare, fare cose insieme, crea una relazione sana ed equilibrata nel rapporto proprietario-cane.
Spesso si discute sulla relazione cani-bambini. Vorrebbe spiegarci quali sono gli atteggiamenti da evitare per fare in modo che il cane non si senta minacciato o aggredito e abbia una reazione di difesa?
Quella con i bambini è un tipo di relazione che va costruita giorno dopo giorno. Ruolo decisivo lo svolgono ovviamente i genitori i quali devono insegnare al bambino come relazionarsi con il proprio cane e, contemporaneamente, insegnare al cane, con il sistema educativo, come rapportarsi con i bambini.
La relazione si basa sul rispetto reciproco: è importante insegnare ai bambini, fin da piccoli, che il cane non è un giocattolo, che non sempre potrebbe aver voglia di giocare (perché stanco o ammalato), che non prova piacere ad essere strattonato, abbracciato, tirato, che gli si tocchi coda o la ciotola o che ci si avvicini a lui mentre dorme, che il cane non è un bambino e che, quindi, non si può giocare con lui come si giocherebbe con un coetaneo.
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Recentemente, ha effettuato docenza ad un seminario di "Comunicazione posturale del cane". Potrebbe sintetizzarci alcune posture che fanno presagire uno stato di disagio dell'animale, stato che potrebbe sfociare in un eventuale attacco?
La comunicazione del cane è una comunicazione di "silenzi" basata prettamente su posture, mimiche facciali, piccoli e lenti movimenti del corpo, alcuni dei quali coinvolgono tutte le parti corpo, altre invece soltanto alcune regioni di esso. Ogni postura ha un preciso significato e per mezzo di esse, i cani manifestano e comunicano il proprio stato emotivo in quel preciso istante. Quando il cane si sente a disagio (perché minacciato o aggredito) assume generalmente la tipica postura costituita da orecchie basse, tirate indietro, sclera ben visibile, baricentro indietro, coda chiusa contro il corpo e testa bassa.
In rete ci sono alcuni video che sono diventati virali, ma che per chi ha un minimo di cultura cinofila, lanciano erronei messaggi inerenti il significato del comportamento del cane. Qual è la sua opinione al riguardo?
Spesso sui social vengono condivisi alcuni video nei quali bambini vestono i cani come bambole o che giocano "al dottore" con il proprio cane. Quelli citati sono tipici giochi da fare con un coetaneo ma non con un cane. I genitori hanno il compito di spiegare al proprio figlio le differenze tra bimbo e cane impartendo educazione e rispetto verso colui che è diverso da noi. Il cane non va antropomorfizzato. Chi ha cultura cinofila si rende conto che nei video diventati virali in rete e molto condivisi perché ritenuti divertenti e simpatici, il cane mostra evidenti segni di contrarietà e di non essere a suo agio e lo dimostra con atteggiamenti di distacco non partecipando affatto all’attività.
Spesso, comportamenti aggressivi dei cani, dipendono da atteggiamenti sbagliati dei proprietari. Ci spiega in cosa consiste l'aggressività? È sempre possibile riabilitare socialmente un cane particolarmente aggressivo che ha morso individui?
L’aggressività va contestualizzata: un cane che ad esempio non ha socializzato con i suoi simili, con le persone, con ambienti e con le più variegate situazioni durante quello che viene definito il periodo più sensibile e di socializzazione primaria (dalla terza alla dodicesima settimana) e anche nel periodo successivo, potrebbe avere qualche problema a rapportarsi e sviluppare alcune forme di aggressività. C’è anche la possibilità che alcuni allevatori poco seri o privati cedano cuccioli a poche settimane di vita. Questo è un grande male. Il cucciolo dovrebbe restare almeno 60 giorni con la propria madre e con i fratelli della cucciolata, affinché la mamma, che io considero l’educatore cinofilo per eccellenza, possa impartire al cucciolo le dovute basi educative e sociali di comportamento. Un cane separato troppo presto dalla madre svilupperà quasi sempre problemi legati alla sfera del comportamento. La madre insegna al cucciolo come disporre della propria forza, le basi della comunicazione specifica, l’inibizione del morso e getta solide basi che possono evitare situazioni problematiche future. Il proprietario spesso pensa di essere in grado di far fronte autonomamente al processo educativo del cucciolo senza rivolgersi ad esperti del settore, senza acculturarsi e non rende partecipe il cucciolo alla vita sociale che dovrebbe condurre. Quando poi il cane, privato di alcune importanti esperienze, entra in contatto con altri suoi simili o con persone esterne al nucleo familiare, a quel punto potrebbero sfociare alcuni atteggiamenti di aggressività. Si pensi anche al caso di cani che non hanno linee guida: il cane potrebbe non sviluppare una relazione con il proprio "padrone", ma seguirà il suo istinto finendo per autogestirsi. Se il cane capisce, attraverso l’esperienza, che può ottenere che venga fatta la sua volontà utilizzando la forza, si convincerà che imponendosi con atteggiamenti di aggressività, otterrà sempre ciò che vuole.
Purtroppo, non è sempre possibile recuperare cani morsicatori e un bravo educatore dovrebbe riconoscere questa eventualità.
Aaron