Interviste
Intervista all'artista Massimiliano Ferragina per l'opera "Maternità"
CATANZARO, 08 AGOSTO 2014 - Che tipo di formazione ha completato prima d’approdare all’arte?
La mia formazione umana e culturale nasce prettamente filosofica e teologica, ho frequentato la Pontificia università Gregoriana in Roma dove mi sono confrontato con i grandi interrogativi che coinvolgono l’uomo nella sua esistenza, ho cercato e studiato le riposte possibili e quelle impossibili, la mia arte risente molto di questo percorso accademico/esistenziale. La formazione artistica è iniziata nell’adolescenza quando frequentavo botteghe d’artista nel mio paese natio, Girifalco CZ, (si! Ho la fortuna di essere calabrese per dirla alla Mimmo Rotella ) seguivo le orme del maestro Antonio Migliazza al quale devo la conoscenza degli strumenti e delle tecniche artistiche anche se amo dipingere fuori dai tecnicismi e sempre cercando materie e supporti nuovi. La vera maturazione però è avvenuta nelle mie tre residenze d’artista, Parigi, Berlino, Copenaghen. In queste esperienze ho davvero ricevuto quelle che chiamo le chiavi d’accesso all’arte contemporanea. Sia per farla che per riceverla.
Quando è stato il suo primo esordio pubblico?
L’esordio lo ricordo perfettamente, è stato un momento molto importante, in una location di tutto rispetto nel 2012, dal 13 al 15 gennaio presso le sale del Bramante a piazza del Popolo (Roma), in occasione della mia partecipazione ad una mostra premio dal titolo OPEN ART! Un evento molto conosciuto nell’alveo romano che richiama molti artisti emergenti anche a livello internazionale. Ricordo con molta soddisfazione il tutto, esposi un’opera dal messaggio fortemente sociale e politico, si chiamava Le dimissioni di Arlecchino, bellissimo, ora collezione privata.
Come potrebbe definire il suo stile di pittura e a quali grandi artisti si richiama?
Definisco la mia pittura EMOZIONALE, non amo però definirmi, perché sono eclettico nello stile, sempre in continuo cambiamento, faccio molta ricerca e sperimento tantissimo, seguo correnti artistiche europee legate all’informale sempre cercando di differenziare il mio stile. Se proprio devo orientarmi verso un tipo di pittura allora certamente la pittura Emozionale è la mia è una pittura molto introspettiva, tutto viene concentrato sulla potenza cromatica e sull’uso di simboli che rimandano al mondo interiore e spirituale. Cerco di non richiamare nessuno artista in particolare, ma l’uso eccessivo dei colori primari mi avvicina molto al grande Chagall.
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Con quest’opera donata allo spazio museale “Il giardino delle arti” dell’Associazione Karol Wojtyla di Catanzaro, con quale tecnica si è espresso e che cosa ha voluto rappresentare?
L’opera che con piacere ho donato al museo si chiama : “Maternità”, la tecnica è acrilico su tela lavorato ad acqua. Il tema della maternità è uno dei temi più trattati nella mia ricerca pittorica, sono molto attratto dal mistero e miracolo della generazione della vita umana della procreazione. Credo che il privilegio donato alle donne di concepire sia il vero miracolo della vita che rende l’uomo capace di partecipare alla vera Vita, quella divina. L’opera donata al museo raffigura delle donne incinte alate, come se fossero angeli, richiamo certamente alla dimensione divina del concepimento in un cielo sfumato che porta tutti i colori primari, una preghiera mariana bellissima (Maria madre di tutte le madri è davvero la testimone per eccellenza del concepimento “divino”) aleggia spezzettata con l’intento di denunciare quanto oggi si va perdendo il rispetto per la donna, per il suo corpo, che non è oggetto da sfruttare ma soggetto da difendere perché è nel suo seno che si nasconde la scintilla divina che da sempre scaturisce la vita.
Arcangelo Pugliese