Interviste
Intervista al soprano Desirée Rancatore, la Lucia di Lammermoor nell'opera diretta da Dario Argento
PALERMO, 20 FEBBRAIO 2015 – Il soprano italiano Desirée Rancatore, star della lirica nel repertorio lirico leggero, sarà la protagonista di Lucia di Lammermoor al Teatro Carlo Felice di Genova, dramma tragico in due atti di Salvatore Cammarano, tratto dal romanzo The bride of Lammermoor di Sir Walter Scott, su musiche di Gaetano Donizetti, la cui regia è curata dal celebre regista cinematografico Dario Argento.
La Rancatore, famosa a livello internazionale anche per la grande capacità tecnica da lei posseduta, che genera il virtuosismo del suo canto, è nata a Palermo nel 1977. All’età di 16 anni, quando aveva già imparato a suonare il piano e il violino, ha iniziato lo studio del canto lirico. A soli 19 anni ha debuttato come Barbarina ne Le nozze di Figaro al Festival di Salisburgo e nel 1997 ha cantato per la prima volta in Italia, inaugurando la stagione del Teatro Regio di Parma con L’Arlesiana di Cilea. Da quel momento, nonostante la giovane età, la Rancatore diventa una presenza abituale dei principali teatri d’Europa e Asia.
A 21 anni debutta nella sua città natale, al Teatro il Massimo, interpretando Sophie di Der Rosenkavalier. Il soprano palermitano ha già interpretato il ruolo di Lucia varie volte, ed è considerata una delle migliori interpreti della sua generazione. Questo stesso ruolo l’ha resa famosa a livello internazionale.
La diva palermitana interpreterà la prima del 21 febbraio e le repliche del 27 febbraio e 1 marzo, accompagnata dalle voci del tenore americano Stephen Costello, nel ruolo di Edgardo, e dal baritono Stefano Antonucci che interpreterà Enrico. L’orchestra del teatro sarà diretta dalla bacchetta di Giampaolo Bisanti.[MORE]
Com’è iniziata la sua passione per la lirica? La sua famiglia l’ha incoraggiata nello studio della musica?
"La mia passione per la lirica è nata spontaneamente nonostante facessi parte di una famiglia già impegnata nel mondo musicale. I miei genitori hanno lavorato al Teatro Massimo di Palermo. Mio padre ha suonato il clarinetto per 40 anni e mia madre ha cantato nel coro per 30. Il canto però è stata assolutamente una mia scelta. Ho cominciato studiando violino, spinta da mio padre; ma partecipando a un corso di canto corale mi sono resa conto che cantare mi piaceva e mi dava le soddisfazioni che non riuscivano a darmi il violino e il pianoforte. In seguito ho studiato, e continuo a studiare, proprio con mia madre, Maria Argento, una grande insegnate di canto, una donna forte, perfezionista che mi ha trasmesso il rigore necessario per questo lavoro".
Il suo lavoro le consente di girare tra i più importanti teatri europei e non solo, ma qual è il legame con la sua terra di origine?
"Sono legatissima a Palermo e alla Sicilia, non lascerei mai la mia città, non ne ho la minima intenzione. Ho un amore viscerale per Palermo e la Sicilia e sono orgogliosa di poter portare la mia sicilianità, il sole, il mare e le mie tradizioni in giro per il mondo".
Cosa si prova ad essere protagonista nei più grandi teatri internazionali?
"È ovviamente una esperienza bellissima: il pubblico italiano per esempio mi ripaga sempre con grandi emozioni, ma un posto che mi ha dato emozioni speciali è stato il Giappone, dove mi amano e mi accolgono sempre molto bene. Anche in Francia, Germania ed Inghilterra si hanno sempre delle grandi accoglienze".
Come si accosta ad un personaggio che deve interpretare? E che rapporto ha, in particolare, con quello di Lucia che l’ha resa celebre?
"Lucia è uno dei personaggi che amo di più in assoluto. Intanto perché la musica è qualcosa di eccezionale. Le note sono un capolavoro assoluto, poi perché si ha la possibilità di dimostrare anche delle doti di attrice, di interpretare, che magari altri ruoli non consentono.
Per quanto riguarda lo studio di un personaggio è un lavoro molto intenso che si fa con se stessi, da soli con lo spartito, con la musica, sia per imparare tutte le note sia per memorizzare le parole. È un lavoro enorme, a cui segue un processo di limatura e perfezionamento che continua anche quando si va in scena. Per questo non è mai monotono riprendere un ruolo!"
Com’è stato lavorare con una personalità come quella di Dario Argento?
"Un’esperienza molto interessante, ha messo ovviamente il suo tocco noir pur avendo l'umiltà di rimanere dentro la trazione operistica italiana, uno scavo psicologico dei personaggi molto interessante . E comunque lavorare con un mito è sempre un motivo di crescita!"
Info:
https://www.facebook.com/DesireeRancatoreSoprano
http://www.carlofelicegenova.it/index.php/lucia-di-lammermoor_ita_PGD342.html
Michela Franzone