Intervista agli insegnanti calabresi dopo Riforma approvata
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10 LUGLIO 2015 - Gli insegnanti calabresi dopo la manifestazione di Roma contro la Riforma della Scuola e la sua approvazione
Approvata la Riforma della Scuola, gli insegnanti calabresi rilasciano le loro opinioni e i loro propositi in seguito alla loro partecipazione alla manifestazione del 7 luglio svoltasi a Montecitorio per impedire l’approvazione definitiva del Ddl alla Camera. Presenti in piazza delegazioni di docenti provenienti da tutta Italia e tutti i sindacati confederali e di base. [MORE]
Qual è la vostra opinione sulla Riforma della Scuola ormai approvata?
Questa Riforma della Scuola è incivile antidemocratica e anticostituzionale perché lede i diritti di tutti: docenti studenti e famiglie. Precarizza i docenti di ruolo perché l’incarico di servizio dura 3 anni, rinnovabile o meno. L’albo regionale costringe i docenti a peregrinare in giro per la Calabria, penalizzando così sia la resa professionale che la continuità didattica, da sempre considerata un elemento fondamentale per una buona riuscita dell’attività didattica stessa.
Altre novità?
Si decontrattualizza il rapporto di lavoro con conseguente cambiamento dello stato giuridico del docente. Si privatizza la Scuola che dovrà sopravvivere grazie alla carità di sponsor privati. Gli studenti pagheranno rette esose. La Scuola diventerà un diplomificio. Il sostegno sarà smantellato con le deleghe in bianco contenute all’articolo 22. Sparisce il fondo d’istituto. Spariscono gli organi collegiali a causa dell’articolo 22. Solo gli studenti benestanti si potranno istruire. I Presidi, nella scelta dei docenti, saranno pesantemente condizionati dalle liste dei capibastone di zona, lobbies e partiti. A parità di stipendio le ore frontali di servizio saranno aumentate con la banca delle ore. Con la Governance la Scuola passa dallo Stato alle Regioni che sono già pesantemente in difficoltà per i pagamenti di tutti gli altri lavoratori. La continuità didattica e l’anzianità di servizio non saranno più un criterio di riferimento, perché «il Dirigente sceglie secondo criteri suoi».
I pedagogisti di riferimento di questa Riforma?
Questa Riforma non ha nulla a che vedere con la Pedagogia in quanto alla sua origine c’è una fondazione privata che ha a che fare con Confindustria, Banche e Imprenditoria. I tribunali saranno intasati per i ricorsi dei docenti penalizzati e dei docenti che ravvisino profili di incostituzionalità o abusi di potere da parte dei dirigenti scolastici. Nella pausa estiva i docenti continueranno a manifestare il loro dissenso mettendo in campo iniziative volte ad informare la cittadinanza e contrastare la Riforma.
Renzi e Giannini hanno sempre parlato di ascolto e confronto. Come mai queste contestazioni?
Renzi e Giannini hanno sempre detto di volerci ascoltare, ma nella realtà dei fatti non c’è stato nessun ascolto e confronto. Persino le audizioni in settima commissione Cultura alla Camera sono state totalmente ignorate. Al contrario, abbiamo ricevuto solo insulti. Infatti siamo stati definiti dalla Ministra Giannini, da Marco Campione, dal Premier Renzi e dall’Onorevole Malpezzi «squadristi, abulici, irresponsabili, docenti in cerca di gloria televisiva con pagliacciate, docenti che non vogliono farsi valutare». Sostanzialmente “confronto e ascolto” non sono mai esistiti
Come si è svolta la manifestazione a Roma?
Una folta delegazione di docenti calabresi ha preso parte al presidio ed al corteo. Siamo stati fra i primi ad arrivare in piazza. Alle 17 la piazza era già piena con le bandiere di tutti i sindacati, dalla Gilda all’Usb , dai Cobas alla Uil. Si sono susseguiti gli interventi dal palco di insegnanti, sindacati, solidali. Fra gli interventi, molto passionale quello del leader di Cobas Marco Bernocchi, che ha detto che la cattiva scuola dovrà affrontare da settembre uno scontro permanente in ogni istituto, fin dalla prima riunione dei Collegi dei docenti e dei Consigli di istituto: si passerà dalla battaglia campale ad una “guerriglia”, non-violenta ma pervasiva, diffusa, continua e logorante per i sostenitori della scuola-azienda. Ogni scuola dovrà costituire una barricata contro l’applicazione del Ddl. Durante il presidio, da Palazzo Chigi è uscito Fassina e si è unito ai docenti, accolto da applausi e rimproveri perché “troppo tardi”. Si sono uniti alla protesta anche Toninelli e Di Battista, quest’ultimo invece, accolto da applausi al grido di “onestà”, ha detto che il Movimento 5 stelle si batterà con tutte le forze per impedire la firma di Mattarella su questa Riforma incostituzionale. Anche Silvia Chimienti, Manuela Serra e Giuseppe Civati hanno solidarizzato in piazza con i docenti. La Chimienti ha detto di continuare la mobilitazione senza mai arrendersi e Civati ha preannunziato il referendum abrogativo. Sul palco si sono quindi alternati esponenti politici e sindacali che, fino ad ora, non hanno centrato la ratio ad esso sottesa, cioè quel mercantilismo e quel "classismo di ritorno" imposti dai poteri economici (ormai è noto che la legge riprende un "desideratum" della Fondazione TreeLLLe!) che costituiscono un attentato alla Costituzione e determinano il primato degli affari sulla politica e sulla cittadinanza.
Quali saranno le prossime azioni di mobilitazione e iniziative da mettere in campo per contrastare la Riforma?
La protesta degli insegnanti calabresi non finisce qua. Dal palco del presidio qualcuno ha rinviato i prossimi appuntamenti di mobilitazione a settembre con la riapertura delle attività scolastiche. Per noi invece l’azione deve continuare e già stiamo lavorando ad un evento da fare con la collaborazione dell’Università, perché ricordiamo che questo governo ha preso di mira anche gli Atenei, classificando quelli di serie A e B dai quali si avrebbe un titolo di studio con valore legale differente, quindi discriminatorio e antidemocratico. Ma abbiamo intenzione di rilanciare anche l’unione delle lotte con gli altri lavoratori, perché vogliamo evidenziare e far capire che non stiamo facendo una lotta di una categoria di lavoratori ma una rivendicazione di democrazia e civiltà, perché la scuola ha necessità di essere svincolata dalle logiche di finanziamento dei privati e dalla gestione verticistica, perché soggetta a corruzione e mafiosità e discriminazione del diritto allo studio, che invece deve essere uguale per tutti, garantito e gratuito. Ma soprattutto vogliamo sottolineare che, anche “il lavoratore” della scuola sta subendo uno scippo di diritti acquisiti, con una estensione del job-act anche alla scuola, precarizzando di fatto anche il personale di ruolo, licenziabile se in esubero e non ricollocabile e con contratti a scadenza.
Con la Riforma appena approvata cosa faranno i docenti?
I tribunali saranno intasati per i ricorsi dei docenti penalizzati e che ravvisino profili di incostituzionalità o abusi di potere da parte dei dirigenti scolastici. Si aprirà una stagione di vertenze e conflitti, e per chi non potrà permettersi l’iter del ricorso si potrebbe aprire invece uno scenario di gesti estremi, di cui sarà responsabile solo questo governo
Lina Latelli Nucifero