Interviste

intervista ad Antonio Ciccone per InfoOggi

Antonio Ciccone, attore e produttore. Qual è il segreto per riuscire a far coincidere tutti e tre i compiti?

Sicuramente non è facile far coincidere questi due ruoli, in quanto quando sono produttore sono responsabile di tutto ciò che accade attorno a me, e quindi prestare attenzione ad ogni cosa, mentre quando sono attore ho meno responsabilità e quindi un po’ più rilassato e concentrato sul mio ruolo e sul mio personaggio. [MORE]

Dovessi scegliere tra uno di questi due lavori, quale sceglieresti?

Sono entrambi lavori che ti gratificano e danno una notevole soddisfazione personale, ma probabilmente sceglierei di fare solo l'attore.

C’è un emozione passata, in ambito lavorativo, alla quale sei particolarmente legato?

Sicuramente un ricordo importante l’ha lasciato l’interpretazione di “Enzo o’Schizz” in “Malanapoli la ventunesima stella”. Un ruolo nel quale mi sono dovuto calare con dedizione e particolare attenzione, e che alla fine mi è piaciuto davvero tanto.

Hai avuto la possibilità, nel corso di questi anni, di conoscere tanti colleghi e registi. C’è qualcuno a cui sei particolarmente legato?

Sono molto legato alla figura professionale di Stefano Sollima che ha brillantemente curato il mio personaggio che vedremo nella seconda serie di Gomorra. Altra persona e professionista che mi ha colpito è Ricky Tognazzi, con il quale ho avuto modo di lavorare nel “Caso Tortora”. Di entrambi ricorderò sempre l’umiltà, dote veramente rara da trovare.

Come è Antonio quando non è sul set?

Antonio è un padre di quattro figli, molto attento alle esigenze familiari, cercando di dare un occhio sempre al bilancio. Faccio il possibile per dargli buoni consigli visto che i primi sono in età adolescianzale. Il secondo figlio, poi, sta iniziando a seguire un po’ le orme del padre, partecipando ad alcuni film con piccoli ruoli.

Hai un’agente, molto particolare ed importante. Puoi parlarcene?

Si, assolutamente particolare e se mi permetti solo mio! Sto parlando della mia bellissima moglie che mi segue in tutto e per tutto, dalla produzione all’aspetto attoriale. Un vero angelo custode.

Insieme a tua moglie avete creato la VABESANUGA Cinema. Quali sono i vostri obiettivi?

La Vabesanuga Cinema è curata da mia moglie, ed insieme a lei abbiamo già fatto dei film ed alcuni cortometraggi. Attualmente siamo in stretto contatto con l’attore e scrittore Salvatore Striano, con il quale abbiamo in cantiere diversi progetti, teatrali e cinematografici. Siamo in fase di valutazione e di studio e sicuramente verrà fuori qualcosa di molto serio e professionale che ci darà grosse soddisfazioni.

C’è un ruolo che sogni di interpretare?

Magari si potesse, mi piacerebbe interpretare Gesù di Nazaret nella versione del grande regista Zeffirelli.

Dopo tanta “gavetta” l’occasione “Gomorra”. Puoi raccontarci il tuo provino?

Ho fatto il provino, come tanti altri. La produzione ha visto in me delle capacità ed ha scelto di darmi questo ruolo. Sono molto soddisfatto di ciò, e sono sicuro che è un ruolo che mi darà tante soddisfazioni.

Tre aggettivi per descriverti.

Umile, sincero e serio.

Cosa pensi dello stato attuale del cinema italiano?

Il cinema italiano è in crescita dopo un periodo di crisi. Certo, come in tutti gli ambienti ci sono persone negative che non fanno il bene del cinema. Il cinema è arte, amore ed è la capacità di riuscire a dare emozioni.

C’è un attore al quale ti ispiri?

Ho due punti di riferimento, due attori che per me sono veri e propri idoli: Kevin Kostner e Robert De Niro.

 Un attore quando ha la possibilità di rivedersi in tv, spesso è il primo critico di se stesso. Come è Antonio in tal senso?

Sono molto autocritico. Guardo molto l’aspetto tecnico, mettendo anche in secondo piano i risultati che ottengo aldilà della bravura.

Puoi raccontarci il tuo primo ciak?

Ricordo ancora il rumore di quel “Ciak-azione”! Fu un emozione unica, era il 1996, ero sul set di “Un Posto al Sole”.

Che esperienza è stata la realizzazione del progetto “Malanapoli, la ventunesima stella”?

Un’esperienza a dir poco magnifica, molto stressante ma allo stesso intensa perché ero sul set con una duplice veste. Anche in questo caso l’apporto di mia moglie è stato fondamentale. Siamo usciti nelle sale a Dicembre 2013. Lì, si può dire, che si sono viste le mie capacità ed il fatto che Malanapoli sia stato venduto in altri paesi e che è ancora in programmazione in questi mi riempie d’orgoglio.

Matteo Cardamone