Cultura e Spettacolo
Alessio Puleo, autore de "Il mio cuore ti appartiene", racconta il suo sogno divenuto realtà
CINISI, 18 MAGGIO 2013 - Cinisi, terra di Sicilia, patria di Peppino Impastato e della lotta alla mafia, è adesso anche terra di giovani e promettenti scrittori. Alessio Puleo, seppur nato a Carini, è qui che vive e lavora, ed è qui, in Sicilia, che ha voluto coltivare il suo sogno di diventare attore di teatro prima, dando vita nel 2002 ad un’associazione teatrale no-profit chiamata "Attori per caso", e di scrittore poi, pubblicando nel 2007 il suo primo libro dal titolo "La mamma dei carabinieri". Un romanzo, questo, che ha suscitato subito l’interesse di molti, ed anche della stessa Rita Borsellino, sorella del giudice Paolo, che decide persino di dedicargli la prefazione, aggiunta nella seconda pubblicazione del romanzo.
L’interesse oggi è tutto puntato sull’ultima fatica dello scrittore, ex carabiniere, dal titolo “Il mio cuore ti appartiene”, un romanzo che affronta il delicato tema della donazione di organi. Anche in questo caso il libro ha una prefazione “illustre”, scritta da Federico Moccia, ed una postfazione realizzata dall’A.I.D.O. (Associazione Italiana Donatori di Organi).
“Una storia d’amore puro e di coraggio grande”, così parla del suo romanzo il popolare Federico Moccia, e questo è ciò che il racconto trasmette, con il suo linguaggio giovane ma non per questo inadatto a trattare tematiche forti come quella della donazione degli organi. Come mai la scelta a soli 31 anni di affrontare argomenti così importanti?
“In realtà, sebbene tutti pensino che mi sia accostato a questa tematica solo adesso, ho scritto “Il mio cuore ti appartiene” quando avevo solo 17 anni, ma chiaramente, per la mia giovane età, ero abbastanza incompreso e preso poco sul serio. Dopo vari tentativi di pubblicazione, dunque, ad un certo punto mi arresi ed abbandonai. All’epoca avevo letto di una ragazza morta a 17 anni in attesa di trapianto di cuore. Mi immedesimai moltissimo in quella storia, e cominciai a pensare che in quella situazione potevo esserci anch’io, ed ho iniziato a chiedermi perché la gente fosse indifferente alla donazione degli organi. Cominciai a studiare questo fenomeno, se di fenomeno si può parlare, e capii che non era la mancanza di predisposizione alla donazione il problema, bensì l’assenza di informazione in proposito e, di conseguenza, la mancata opportunità di donare. L’unico modo che avevo a 17 anni per fare qualcosa in tal senso era scrivere sull’argomento, ma non trattando di trapianti semplicemente, bensì veicolandolo il discorso con una storia d’amore”.
“La vita è fatta così, rivela attimo per attimo tutti i segreti che custodisce. Bisogna solo aspettare. Pazientare e aspettare”. Una frase, questa, che ben si addice all’amore sì, ma anche alla sua esperienza di scrittore, nata quasi per caso, custodita nell’intimo ed esplosa al momento opportuno. Da carabiniere a scrittore, com’è cambiata la sua vita?
“La vita è cambiata moltissimo perché adesso mi ritrovo a condurre un’esistenza movimentata, a fare presentazioni, a vivere situazioni stressanti ma, comunque, di grande soddisfazione, perché sto facendo qualcosa che ho sempre sognato, sin da piccolo. Anche se alla fine arrivo a casa stanchissimo, sono comunque felice di aver dato voce a situazioni come quella del mio primo libro, “La mamma dei carabinieri”, e di quest’ultimo. Sono contento soprattutto di essere riuscito a smuovere le coscienze di tante persone”.
Nascendo come attore di teatro lei stesso ha dichiarato, a proposito della sua prima fatica “La mamma dei carabinieri”, di “immaginare le storie narrate, prima ancora che scritte sulle pagine di un libro, rappresentate al cinema o in palcoscenico”. E’ stato lo stesso per “Il mio cuore ti appartiene”? E che prospettive ci sono affinché questo avvenga?
“Si è stato lo stesso. L’ho scritto a 17 anni come sceneggiatura cinematografica e l’avevo già proposta a Moccia, che nel 1996 è stato regista di un film, “Classe mista III A”. Fu proprio quel film a darmi l’input di proporlo a lui, visto che era interessato a tematiche giovanili. Ai tempi, però, era molto impegnato, faceva anche l’autore televisivo. Mi chiamò per dirmi che la mia era una bella storia, ma che comunque in quel momento i troppo impegni gli impedivano di farne un film. In quell’istante mi sono arreso, ma il pallino è rimasto sempre. Adesso posso dire che ci sono diverse produzioni interessate a farne un film, e che il progetto cinematografico è sempre presente”.
Dopo il grande successo italiano del suo libro, adesso arriva la versione spagnola dal titolo "Escuchàras mi corazon”, “Ascolta il mio cuore”, edita dalla Random House Mondadori, in uscita il prossimo 13 Giugno in Spagna. Si aspettava tutta questa popolarità?
“No, non me l’aspettavo, e difatti per me è una grandissima emozione, e sapere che le mie parole toccheranno anche la terra di Spagna, mi da ancora più commozione. Spero di smuovere le coscienze anche lì, sebbene la Spagna sia già molto più avanzata di noi nel settore, essendo il primo paese europeo nella donazione di organi”.
Prima una storia romanzata anni ’30 poi una vicenda d’amore dei nostri giorni, cos’altro dobbiamo aspettarci da Alessio Puleo?
“Beh, da quello che ormai tutti avete visto, amo dar voce a temi delicati. Sto scrivendo un nuovo libro ambientato nei campi di concentramento, che sicuramente susciterà interesse. Si tratta di una storia basata su fatti realmente accaduti ma da me romanzata. Ho coniugato insieme un po’ di notizie apprese e la mia passione per la storia, ed in particolare per quella parte, da me molto amata, che riguarda la seconda guerra mondiale. E’ un progetto in fase di scrittura ma sicuramente non sarà pronto prima del 2014”.
Alessio Puleo presenterà prossimamente il proprio romanzo anche alla quarta edizione della Fiera del Libro di Atripalda (AV), che si svolgerà nei giorni 23, 24 e 25 maggio 2013, mentre lunedì 27 Maggio alle ore 20.00 sarà alla sede della Lega Navale di Mazara del Vallo. [MORE]
Katia Portovenero