Da Megna, Kaspar Capparoni e Aragonesi Gioielli si raccontano a InfoOggi [Foto e Video)
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Con il San Valentino alle porte, la grande famiglia Megna, della rinomata gioielleria catanzarese, non ha tardato nel voler suggerire tante novità, in fatto di gioielli, a che si appresterà a voler festeggiare questo giorno speciale con la propria o il proprio amato. Tra le principali novità della serata, la prima è stata proprio la casa di gioielli protagonista dell’evento: Aragonesi Gioielli, che abbiamo voluto conoscere attraverso il suo Direttore Commerciale Italia, dott. Claudio Vettese [MORE]
Nuova realtà sul mercato, Aragonesi Gioielli è il frutto di grande creatività, ma quali sono i plus della casa?
- Il plus forte è quello di trovarsi difronte, un’azienda che nasce ed è completamente dedicata alla line uomo. In un momento in cui c’è un grande affollamento di player, ma non tutti completamente dedicato all’uomo, Aragonesi è forse una tra le pochissime aziende che può vantare un catalogo di circa duecento referenze, solo ed esclusivamente dedicata all’uomo.
Una delle caratteristiche che salta maggiormente all’occhio è sicuramente la chiusura di collane e bracciali: originale, artistica e molto funzionale.
- È il nostro orgoglio. La chiusura è completamente disegnata e realizzata in Italia, da un pool di Designer italiani che lavorano nella nostra azienda. Il plus forte è quello di aver addirittura arricchito l’icona della nostra azienda con una pietra preziosa, quindi tutti i nostro gioielli, sia i bracciali che le collane, oltre ad essere impreziositi da questa chiusura, hanno anche il plus di avere un diamante o un rubino a partire già da €49,00 al pubblico. Questo è un elemento molto forte e non sono tantissime le aziende che possono avere questo vantaggio.
L’azienda nasce e si specializza per uomo, è possibile in futuro un apertura verso la classe femminile?
- No, nella maniera più assoluta. Come recita il claim, nasciamo con il chiaro intento di essere rivolti all’uomo con un target dai 25 ai 50 anni e l’obbiettivo sarà solo ed esclusivamente quello di produrre gioielli da uomo.
Tra le tante collezioni presentate quale ha dato maggiori soddisfazioni?
- È inutile dire che tutte quelle che indossa il nostro testimonial son quelle che poi riscuotono il maggior successo.
Quali sono i progetti futuri per quanto riguarda la collaborazione con Kaspar Capparoni?
- Il nostro contratto scade praticamente la fine del prossimo anno, ma ci sono le volontà, volute da due reparti, per rinnovarlo per altri due anni. Abbiamo iniziato a comunicare Aragonesi insieme a Kaspar Capparoni, su tutte le maggiori testate italiane e continueremo a farlo, ad esempio, già nella settimana prossima saremo nuovamente su “Chi”. Dunque il percorso è ancora lungo e faremo parecchia strada insieme.
Ogni casa di gioielli che si rispetti non può che avere un testimonial all’altezza dei preziosi che indossa; Aragonesi il suo ce l’ha, lo abbiamo già conosciuto poco fa dalle parole del direttore Vettese: Kaspar Capparoni. Grande attore italiano, anch’esso presente nell’evento di San Valentino; non ce lo siamo fatto scappare ed ecco cosa già ha raccontato…
Grazie Kaspar per essere qui presente e per aver accettato la nostra intervista.
- Grazie a voi per avermi ospitato, io colgo sempre l’occasione per venire qui in Calabria perché è una terra che mi piace: c’è un bellissimo mare, c’è tanta gente appassionante e carine e dunque: eccomi qua!
Inizi la tua carriera appena maggiorenne facendo debutto in teatro grazie al grande Giuseppe Griffi, possiamo dunque dire che avevi già disegnato per bene il tuo progetto di vita?
- Paradossalmente non volevo fare teatro, mi ci sono ritrovato proprio perché mi ci hanno trascinato di peso, io volevo fare il cinema, la televisione, come la maggioranza di tutti quanti i ragazzi che si avvicinano a quella che è l’arte della recitazione e non solo. Invece poi ho incontrato un mentore come lui, il quale mi ha fatto capire che, prima di fare un certo tipo di carriera bisogna avere anche sulle spalle una formazione seria; io mi sono lasciato trascinare e devo dire che, dopo ventott’anni di teatro duro, mi sono forgiato, tanto da poter poi seguire le orme di quello che fa ogni attore.
Ed infatti alla fine ci sei riuscito: da Phenomena a Il Sole nero, da Elisa di Rivombrosa a Capri, senza dimenticare il celebre Commissario Rex, in quale ruolo hai ritrovato maggiormente te stesso e a quale dei tanti, sei particolarmente affezionato?
- Dico sempre che: ogni personaggio è parte di me! Ovviamente nessuno è totalmente me, perché hanno dei caratteri diversi, ma siccome hanno usato questo corpo, allora in qualche modo ho dato qualcosa ed a tutti quanti, come un padre, sono affezionato: non esiste un padre che dice che dei figli, c’è un primo, un secondo, un terzo… il genitore è genitore con tutti i propri figli. Certo, le esperienze col tempo mi hanno maturato dandomi un diverso punto di vista di quello che ho fatto, dal punto di vista internazionale, senza dubbio Rex è stato il più importante, perché è stato riprodotto in 130 Paesi nel mondo ed ancora ad oggi, devo essere sincero, in Italia non è mai accaduta una cose del genere, a parte “La Piovra” degli anni 80 che è andati in 140 Paesi. Voglio dunque dire che per me è un vanto essere riuscito a portare il nome italiano in giro per il mondo.
Anno 2011, settima edizione di “Ballando con le stelle”, che sei un bravo ballerino lo abbiamo capito: hai vinto. Ma parlaci un po’ di questa esperienza.
- Queste sono cose fatte per gioco, io l’ho fatto più che altro per divertirmi, non l’ho fatto per nessun’altra velleità: non pensavo né di fare il ballerino né il cantante quando ho partecipato a “Tale e Quale”, anzi non cantavo nemmeno sotto la doccia, quindi l’ho scoperto a mie spese facendomi piuttosto male sia a cantare che a ballare. Però c’è la soddisfazione di mettersi alla prova, di capire che col sudore, con la fatica, con la determinazione, si riescono ad ottenere cose minimamente ipotizzabili.
• Tra Kaspar ballerino, cantante e attore?
- È Capparoni attore! Tutta la vita!
Dal 2015 sei divenuto testimonial ufficiale di Aragonesi Gioielli, da simbolo di grande eleganza, daresti ai nostri amici che ci seguono qualche consiglio su cosa indossare, magari facendo riferimento a quelli che sono i gioielli che tu preferisci particolarmente.
- Io non ho mai fatto questo tipo di cose; quando un giorno, il direttore Vettese, mi venne a fare la proposta di essere un testimonial di un gioiello, l’ho fatto soprattutto per una scelta mia, perché ho sempre pensato che accostarmi a qualcosa di unico, non fosse propriamente perfetto per me e per il mio modo di concepire questo mestiere. Poi parlando con loro e vedendo che il mio pensiero, in qualche modo combaciava con quello che era la loro realizzazione, cioè non quella di fare un gioiello tanto per farlo, ma cercare attraverso il gusto, un oggetto che non è fine a se stesso ma che potesse identificare, non solo me, ma anche chi la pensava nel mio modo. Io amo le cose particolari e vedendo i gioielli di Aragonesi, perché ho avuto la fortuna di vederli prima di tutti, mi sono e sono riusciti a convincermi a far parte della loro famiglia. Per me è un vanto e lo porto come fiore all’occhiello come tutte le cose che ho fatto.
Per concludere ti chiedo un messaggio per tutti gli amici di InfoOggi.it
- Amici e lettori di InfoOggi è stato un piacere stare in vostra compagnia, spero di esserci in futuro anche per altre cose e quindi… a presto!
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Filippo Coppoletta